La sera del giovedì 3 dicembre a Tel Aviv , è stato assassinato , il colonnello Fahmi Hinavi , comandante responsabile delle “operazioni coperte del Mossad all’estero”. l’Ufficiale è stato colpito in una strada del centro di Tel Aviv, si presume da killers in moto. La foto della sua auto fa ben vedere che il mezzo è stato crivellato da 15 colpi di mitraglietta. Appare evidente la possibile matrice ritorsiva dopo l’uccisione a Teheran dello scienziato responsabile del programma nucleare iraniano, commessa da un commando di 12 sicari, con tutta probabilità organizzati appunto dal Mossad.

La sera di giovedì 3 dicembre, in una via di transito a sud-est di Tel Aviv, a bordo della sua

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“Caso Libia”. L’Arabia Saudita e sodali lavorano con impegno per : fare schizzare il prezzo del petrolio a 100 dollari al barile, cacciare gli italiani dalla Libia (con l’OK americano), danneggiare l’ENI e l’autonomia energetica dell’Italia. Mentre la benzina alla pompa è già arrivata a due euro al litro. Intanto, i giornali e la politica italiana, si occupano a tempo pieno del “caso Siri”, un sottosegretario leghista “molto caro” a Salvini. Tutta una roba da piangere.

Martedì 23 Aprile 2019 alle ore 14.30 : il prezzo di mercato del barile di  petrolio ha  raggiunto la quotazione

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MEMORIA della STORIA. Ripubblichiamo due articoli da LA REPUBBLICA dell’Ottobre 1999. Oggetto di entrambi è il ruolo geopolitico-militare che l’Italia ha esercitato in Nord-Africa e Medio Oriente sino alle soglie degli anni 2000. Quando la politica estera italiana era ancora contraddistinta dall’eredità di Aldo Moro ed Enrico Mattei, nonché dalle opere di “statisti” come Bettino Craxi e Giulio Andreotti, mentre i servizi militari per l’estero (il SISMI) avevano conosciuto la guida dell’Ammiraglio Fulvio Martini il più capace esperto di intelligence del mondo. Il pretesto dei due articoli è il “caso della Tunisia” e della sua interconnessione geopolitica con Libia ed Algeria. L’italia era il centro di quello scenario, americani, russi e francesi, allora misuravano gesti e parole perché conoscevano la nostra autorevolezza e lungimiranza. Ed anche più di un poco ci “temevano”. Dal 2001 in poi l’unica minaccia che possiamo fare a quegli “imperi” è quella di farli morire dal ridere. Confrontate voi storie e personaggi di quell’epoca politica con ciò che poi è successo in politica estera dal 2011 in poi. Buona lettura.

Tunisia l’ascesa al potere di Ben Alì. L’ex capo del Sismi: “L’Algeria stava per invadere  il paese vicino per difendere

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