La odierna vicenda ucraina, pare seguire il canovaccio della precedente crisi in Ossezia, tra Russia-GEORGIA, del 2008. Quando Bush aizzò i georgiani contro i russi, per mollarli subito dopo che la piccola repubblica aveva provato, rasentando il ridicolo, ad invadere la Russia con una decina di carri armati. Putin stamane è stato chiaro se qualcuno proverà ad interferire in questa contesa a due, le conseguenze per costoro saranno inimmaginabili. Putin non vuole una guerra convenzionale, anche perché economicamente non se la può permettere. Come gli USA alle prese con turbolenze finanziarie e politiche interne pericolosissime. Mentre l’Europa, priva di una classe dirigente politica, continua a blaterare di “sanzioni”, che affonderanno anzitutto le economie europee. Quella italiana soprattutto. Come se ne usciranno ?

Degenerazione della crisi Ucraina. E’ finita come doveva finire. Tranne che USA ed UK non avevano previsto la concreta reazione militare di Putin. Perché per gli establishiment  Occidentali è facile inventare, fare e vincere, una guerra mediatica mondiale. Abusare con le parole e con le sanzioni. Ma è difficile, nella realtà, sostenere una guerra vera con possibile vista sulla terza guerra mondiale. Del resto sulle pagine di questo blog l’attuale crisi ucraina era stata prevista e spiegata addirittura tre anni fa. Esattamente in un articolo pubblicato il 26 maggio 2019 (che ripubblichiamo in coda al presente articolo) .

Lo spunto dell’articolo era stata la pubblicazione de “l’analisi strategica geopolitica” prodotta dalla “RAND CORPORATIONil più autorevole e potente think-thank USA. Quello, che da 50 anni a questa parte elabora le future linee guida geopolitiche dell’Amministrazione USA. Uno studio strategico  elaborato per il governo americano, esplicitamente finalizzato su come “abbattere” la Russia di Putin. Ma, anche conseguentemente, su come schiacciare economicamente anzitutto la Germania ed il resto dell’Europa occidentale, per poi in un secondo tempo mettere con le spalle al muro a quel punto l’isolata Cina. IL tutto anche a costo di spingersi al limiti della terza guerra mondiale atomica. Il documento commissionato, era stato recapitato in stesura finale ed integrale, al Pentagono, al Dipartimento di Stato ed alla Casa Bianca, e parzialmente pubblicato (il precedente 24 Aprile 2019) sul sito del think-thank USA.

 La “Rand Corporation” (che ha circa 2300 dipendenti) è la stessa entità privata che 50/40 anni fa  ha elaborato e teleguidato, con aggiornamenti periodici la strategia per pianificare la caduta dell’Unione Sovietica e la vittoria della “guerra fredda”. Così, allora, l’idea cardine della strategia di contrasto USA contro l’URSS fu quella di sfidarla  sulla “corsa al riarmo”. Sfida che, si riteneva, avrebbe sfiancato economicamente l’Unione Sovietica (come poi è accaduto) mettendola in crisi sia al suo interno che nei rapporti con i suoi paesi alleati. All’epoca, si elaborò pure la raccomandazione di servirsi , alla bisogna, pure dell’autorevole “astio antirusso” del Papa polacco di allora ( Papa Giovanni Paolo II) , nonché dell’opzione di corrompere e ricattare i gruppi dirigenti dei partiti comunisti europei , oltre a sobillare i regionalismi etnici interni alla Russia. Si alludeva anche  al proponimento che i servizi di intelligence occidentali potessero intessere rapporti con le tre grandi mafie regionali dell’ex URSS, quelle: ucraina, georgiana e cecena (che peraltro oggi sono da tempo presenti negli USA) . Le stesse che dopo la caduta del PCUS sostennero con forza l’ascesa al potere di Boris Yeltsin, e ne supportarono “l’amariKano” esercizio di governo.

Nel 2019,  titolammo il pezzo sulla Rand Corporation : “Aiuto! Siamo nelle mani di Pazzi”.

La verità è che dal 2008 “l’impero anglo-americano” è letteralmente in una progressiva crisi di ossigeno e di spazio vitale. I loro debiti finanziari, pubblici, sono ormai insostenibili, crescendo costantemente a dismisura per finanziare la buona salute dei circoli finanziari liberisti. Che come si dice nello slang italico “debbono cadere sempre all’inpiedi” Mentre, i loro apparati militari- corrosi da anni di privatizzazioni improvvide e da processi corruttivi inarrestabili – non sono più uno strumento efficace, ed efficiente, per continuare a garantire al di là di ogni ragionevole dubbio il loro potere mondiale. Come sempre gli angloamericani hanno bisogno vitale di fare e vincere una guerra tradizionale e convenzionale. Ma non hanno abbastanza soldi (per la verità neanche la Russia), né strumenti militari adeguati, né alleanze geopolitiche veramente utili x poterla fare, uscendone indenni (ossia evitare l’olocausto nucleare).

L’antica cultura cinese che anima “La via della Seta” , sommata alla perversa sapienza russa dell’ex KGB Putin, però dopo il 2008 stanno reagendo. Pensate alla Russi che negli ultimi 18 mesi si è liberata del possesso del suo castelletto di 150mld di dollari di titoli del debito pubblico USA, oggi ridotto a circa tre miliardi. Perciò, minando gli spazi dell’Impero. Nonostante, gli Usa e la “banda di Buckingham Palace”  negli ultimi tre anni non hanno lesinato la creazione di crisi regionali tattiche, manovre finanziarie internazionali, provocazioni militari spicciole, per tentare di far saltare i nervi e logorare l’autocrate di Mosca.

Coerentemente, il modulo di gioco della politica estera Usa, da Trump sino ad oggi, si è così articolato : l’efficiente Foreign Office inglese su scala globale, disegna il teatro e gli scenari di azione e mette a disposizione la sua capacità di manipolare (propagandisticamente parlando),ormai, l’intero sistema mediatico europeo ed internazionale; la delinquenziale destra israeliana mette “l’intelligence digitale”, innovativa tecnologia bellica e la “manodopera violenta (coperta)”, talvolta in concorso con l’avventuroso Erdogan; l’Arabia Saudita ed i sodali Emiri del Golfo garantiscono (vuoto x pieno) i soldi x pagare tutte le attività a piè di lista.

Putin ha risposto, ricalcando esattamente questo schema di politica estera : la Russia, sapientemente, mette a disposizione il patrimonio informativo globale del PCUS e dell’ex KGB, con l’aggiunta della sua tecnologia militare efficace ed innovativa; la Cina completa la fattibilità dell’alleanza con la generosa ed illimitata potenza commerciale e finanziaria di cui dispone per supportare l’avanzata globale de “la via della Seta”; l’antica Persia (Iran) oltre a marcare stretto Israele, offre il suo posizionamento di mercato come potenza petrolifera e la sua diffusa rete operativa e di intelligence nell’universo islamico mondiale.

Così, il Pakistan potenza nucleare con il suo potente esercito (ed il secondo servizio segreto dell’ASia) è passato dagli USA con la Cina. Così, l’Egitto (altra potenza militare regionale) di Al Sisi ha, praticamente, mandato affanculo gli USA e si è messo a disposizione di russi e cinesi. Così, Mali, Niger, CIAD e Repubblica Centroafricana, hanno mandato al diavolo i francesi e si sono acquartierati con russi ( miliziani Wagner) e cinesi (finanzieri). Come , del resto, il Nicaragua ha firmato un accordo che concede ai russi di costruire una loro grande base aereo-navale in Centroamerica (ovviamente dotata del sistema missili-antimissili SS400). Mentre i cubani festeggiano la cancellazione dello storico maxi debito con i russi di ben 36 miliardi di dollari, più la ripresa degli aiuti economici e militari russi all’Avana.

Insomma, russi e cinesi giocano sapientemente a fare gli Enrico Mattei del terzo millennio: sì, imperialisti, ma non voraci. Come dire, imperialisti “dal volto umano”. Non come gli occidentali odierni che ripropongono sempre lo stesso film: depredare senza nulla costruire nei territori africani ed asiatici e, politicamente, disposti solo a  stracomandare sulle stesse autocrazie locali, mortificandole e ricattandole, punto e basta. Come accade in Italia, tanto per fare un esempio tangibile.

Il caso degli approvvigionamenti del gas all’Italia è sintomatico. Siccome Putin è un autocrate, nemico della NATO, stiamo decidendo di rinunciare a comprare il gas da lui, per comprarlo invece da americani ed inglesi, ed altri amici della “democraticissima Arabia Saudita”, ma pagandolo da tre a cinque volte in più. Una follia!

Ma l’isterica reazione di Biden e Jhonson ( pre -attacco russo all’Ucraina) è perfettamente spiegabile, più che altro, correlandola  ad altre due mosse micidiali del blocco russo-cinese. Anzitutto, la minacciata già messa in funzione della nuova “Borsa petrolifera mondiale” (ora anche x il gas), con sede a Teheran (alternativa al circuito Opec e alle borse di Londra, N.Y. e Amsterdam) che fissa prezzi e garantisce pagamenti e scambi solo con due valute internazionali : Yuan cinese ed euro. Cominciando a discriminare, così, il peso ed il ruolo internazionale del dollaro ( sino a due anni fa  unica moneta di riserva internazionale) e della sterlina. Ma non basta. Da un anno è in costruzione, conseguentemente, un circuito finanziario-bancario telematico internazionale per i pagamenti degli scambi commerciali, alternativo al SWIFT (angloamericano ed europeo) a cui aderiscono pure i venezuelani, e a cui aderirebbero quasi tutti i paesi asiatici ed africani “coinvolti nella via della Seta”. Paesi, in gran parte, produttori di materie prime essenziali per USA ed Europa. Due pericolose iniziative ostili, che per L’Impero angloamericano” valgono, ECCOME, correre il rischio di una terza guerra mondiale. Perché l’Impero si è sempre alimentato della ricchezza altrui. L’Impero, non può sopravvivere senza il drenaggio costante e continuo di risorse naturali e finanziarie di altre nazioni terze.

Così, la montante crisi Ucraina, ci porta a rivivere in un surreale copione da film del 1964 tipo “il Dottor Stranamore”. Film maturato e girato a poco più di un anno dalla crisi missilistica di CUBA (16 – 28 ottobre 1962). Con la centralità della figura psicopatica del generale Jack D. Ripper e il personaggio surreale del maggiore King Kong, che nella scena finale del film cavalcherà la bomba atomica in caduta sull’obiettivo russo, agitando un cappello texano e lanciando un urlo come fosse in un rodeo.

Tutte cose che, purtroppo, possono accadere, quando la democrazia nei paesi occidentali è cominciata a latitare, soprattutto segnando la scomparsa della politica in uno con l’Informazione indipendente dalle banche. Cioè, quando i giornalisti accettano di mutarla in gretta propaganda a favore dei “padroni internazionali del vapore”. Ed in Italia siamo tornati, come dicevano un motto delle corrotte classi dirigenti italiane di alcuni secoli fa : “Franza o Spagna, purchè se magna”. Frase attribuita al fiorentino (che di tradimenti e doppia gioco se ne intendeva) Francesco Guicciardini  (XVI secolo),  che fu ambasciatore presso la corte di Spagna, diplomatico al servizio del Papato. Ottimo cronista della “ruina dell’Italia” usa a  prostituirsi a potenze straniere. Dell’epoca.

Viene lo scoramento di cuore ad uno come me che nella funzione democratica dell’Informazione ha sempre creduto e militato, vedere l’informazione a reti unificate sulla crisi Ucraina .

Si assiste a robe surreali. “Ecco i cittadini ucraini che si si addestrano a combattere, per fare resilienza”, e vedi mandato in onda un filmato di civili poveracci dell’area vagamente simpatizzante dei due (dei tre) partiti di governo , uno marcatamente fascista e l’altro esplicitamente nazista (eredi di Stephan Bandera, il pupillo ucraino di Himmler) e per di più antisemita. Tanto che stavolta Israele ha negato la fornitura diretta ed indiretta di armi all’Ucraina, oltre ad aver negato agli anglo-americani il solito supporto del Mossad. Che ,invece, è dovuto intervenire la prima settimana di febbraio per esfiltrare dall’Ucraina in Russia un paio di centinaia di cittadini ebrei ucraini, addirittura, a rischio pogrom. Ma non basta. Di gran corsa, dal 15 febbraio scorso una delle più grandi aziende high-tech israeliane, la Wix (piattaforma israeliana di sviluppo web HTML5 e mobili) sta evacuando i suoi quasi 1.000 dipendenti e le loro famiglie dall’Ucraina alla Turchia dove saranno ospitati temporaneamente almeno sino a metà marzo. Ma è successo di peggio. Il massiccio apparato della potente “Mafia Ucraina”, partner di “Kosher nostra” ( la tentacolare mafia ebraica erede di Meyer Lanski che negli USA ha preso il posto della siciliana “Cosa Nostra”) con gli oligarchi Viktor Pinchuk, Vadim Novinsky, Alexander Yaroslavsky, Andrei Stavnitser, Vadim Nesterenko, Vadim Stolar e Vasily Khmelnitsky, spenti server e svuotati gli uffici,  hanno già lasciato l’Ucraina. Fuggendo dal Paese a bordo di più di 20 voli privati, decollati dall’aereoporto di Kiev con autorizzazioni al decollo di priorità assoluta. Addirittura sono stati noleggiati alcuni voli charter per mettere al sicuro passeggeri VIP ucraini che nel 2014 erano coinvolti nel colpo di Stato “Maidan” quando l’Ucraina passò dall’orbita russa a quella anglo-americana. Compresi 37 deputati del partito al governo “Servo del popolo” che  improvvisamente per ragioni di prioritaria e necessaria cura dei delle loro attività commerciali e professionali all’estero sono stati costretti a partire per Inghilterra, Francia, Germania, Spagna e Polonia. Con tanto di famiglie al seguito .

Tutte notizie di cui i giornalisti italiani evidentemente non ne sono venuti a conoscenza, se no l’avrebbero certamente raccontato. Come non c’è alcuna malizia quando nei TG e nei talk TV parlano di “dichiarazione di annessione” delle repubbliche russofone del Dombass ucraino, invece che raccontare ciò che è accaduto : un discrezionale “riconoscimento diplomatico”. Che , certamente, è una mossa giuridicamente astuta del laureato in Diritto Vladimir Putin. Perché, alimentando e sollevando il contenzioso territoriale interno all’Ucraina, così ne blocca, formalmente, la praticabilità di ogni domanda di adesione sia alla NATO che alla UE.

Ma lo stesso Presidente ucraino Zelenski – un comico TV di successo prestato alla politica dall’oggi al domani – si è profondamente infastidito per il comportamento dei media occidentali che nell’invocare H24 la guerra – però da combattere solo in Ucraina – contro Putin, hanno dimostrato di praticare l’antica arte romanesca, che citava spesso il mio grande collega RAI Gilberto Evangelisti : “fare i froci, ma con il culo degli altri”.

Putin è un autocrate che voleva solo godersi la sua vita e la vecchiaia di leader maximo. Ma come si dice in Sicilia, “l’hanno dovuto insolentire mane e sera”. Va dato atto a Silvio Berlusconi che l’aveva spiegato (22 maggio 2002 Conferenza Nato a Pratica di Mare) a tutto l’establishiment angloamericano. Addirittura, Lui si era spinto ad ipotizzare Putin nella Nato, e persino con una qualche forma di integrazione con la UE. Niente, dovevano x forza rompergli i coglioni. Ed ancora oggi scrivono maliziosamente che il messaggio televisivo di guerra di Putin era stato registrato tre giorni fa, come rivela l’inglese Guardian imbeccato dai servizi di Sua Maestà. Insomma, la super cattiva notizia è che ad Occidente persistono nella insulsa guerra mediatica. Nell’abuso gratuito delle parole e del loro significato. Non c’è miglior sordo di chi non vuol né ascoltare, né capire. Eppure, nel memorandum russo di fine dicembre scorso ( notificato ad USA e UK) c’era scritto , pacatamente, tutto. Il messaggio era stato inequivocabile : lasciatemi in pace perché vi stendo tutti con le mia armi ipersoniche. Colpiremo ogni sito in Europa da cui partirà una azione ostile contro la Russia. L’avranno letto i cittadini di Catania, vicina a Sigonella, da cui partono i maxi-droni USA per contrastare i russi in Ucraina?

E adesso ? Come se ne escono ?

 

26 Maggio 2019

Aiuto ! Siamo nelle mani dei Pazzi. Il più autorevole “think-thank” USA, la “Rand Corporation” ha editato uno studio “di analisi strategica geopolitica” su come abbattere la Russia ( e quindi schiacciare la Germania e l’Europa, e mettere alle strette la Cina), anche a costo di spingersi al limite di una Terza Guerra Mondiale. Il Documento è stato fornito al “Pentagono”, al “Dipartimento di Stato” ed alla Casa Bianca. Una visione lucida ed efficace, per carità, ma troppo cinica e “paranoide”, noncurante di rischiare la pace mondiale e la Democrazia in Occidente. Su questi ragionamenti da “fuori di testa” “soffiano” l’Arabia Saudita ed il suo neoalleato Israele. Entrambi,ormai, padroni di fatto della politica estera USA.

 Maggio 26, 2019  Ignazio Panzica  0 commenti geopolitica e nuova guerra fredda, Rand Corporation, schiacciaire l’Europa e mettere con le spalle a muro la Cina, si apre la prospettiva di una terza guerra mondiale, think tank, USA vogliono abbattere la Russia

Il sistema dei poteri di gestione della macchina statale degli Stati Uniti – “nell’Era Trump”- pare avvolto nella più aperta confusione. Il progressivo svuotamento di organizzazione e funzioni della macchina statale USA rischia di corrodere dall’interno la super potenza. Il concentrare la spesa pubblica prioritariamente a supporto dell’apparato economico-militare non fa bene . E neanche, l’incomprensibile moltiplicazione (per venti volte ) dei centri autonomi ( le agenzie) di intelligence americana. La mancata riforma del sistema bancario e delle regole finanziarie post- crisi 2007-2008, e la pretesa di imporre questa scelta al resto del mondo, assume i tratti di una grossa bomba a scoppio ritardato.

Il diffuso malessere (e malcontento), frutto delle aberranti diseguaglianze sociali stabilizzatesi negli ultimi dieci anni, trova sfogo, sempre di più, nella crescita di fenomeni criminali.

E a quale soluzione, allora , pensano i poteri forti USA ? Puntare, allora, su un nuovo “New Deal roosveltiano  ? Manco per niente. Pensano a riproporre per almeno altri 25 anni la formula della “guerra fredda”  : abbattere la Russia, schiacciare l’Europa, fregare la Cina. Cascano le braccia e brivido freddi attraversano la schiena.

Si tratta di opinioni malevoli dei soliti insopportabili antiamericani di sinistra ? No è quanto è contenuto nelle conclusioni dell’ultimo rapporto confidenziale della Rand Corporation pubblicato il 24 aprile 2019 sul proprio sito Web (Rand.org)  in un documento “Brief” di estrema sintesi  di 12 pagine su uno studio che ne conta migliaia. Nel documento è descritto come deve essere condotta la nuova guerra fredda contro la Russia. La cosa è seria, perché la Rand Corporation è il più influente think tank Usa che, con uno staff di migliaia di esperti, si presenta come la più affidabile fonte mondiale di intelligence e analisi politica per i governanti degli Stati Uniti (Dipartimento di Stato e Pentagono) ed i loro alleati (anzitutto la Gran Bretagna).

La Rand Corp. fonda la sua forte credibilità ed autorevolezza sul fatto che in passato ha contribuito ad elaborare la strategia a lungo termine che hanno permesso agli USA di uscire vincitori dalla guerra fredda. Quando gli USA hanno costretto l’allora Unione Sovietica a consumare le proprie risorse economiche per rimanere adeguatamente all’altezza di un serrato e forte confronto (anche di prioritari investimenti economici multimiliardari)  sul campo strategico militare e geopolitico.

A questo modello si ispira il nuovo piano (esitato lo scorso Aprile), “Overextending and Unbalancing Russia”, pubblicato dalla Rand . Il leit-motove che cuce tutte le articolazioni di analisi del documento è l’indicazione strategica di massima – per oggi e per il futuro- di marcare stretta la Russia. Costringendola  ad “dilatarsi eccessivamente nella sua attività a tutela del suo essere potenza economica e super potenza militare”. Così, per  indurla a sbilanciarla nei suoi conti economici e poterla abbattere. Esattamente con lo stesso criterio e la stessa dinamica che si usa nel judo. Alcune raccomandazioni sono già state messe in atto, ma l’esposizione sistematica permette di capire quale sia il vero obiettivo di questo documento ed attività di analisi geopolitica e di intelligence.

Nulla di nuovo sotto il sole. Si tratta della riproposizione (aggiornata ed emendata ai tempi nuovi del terzo millennio) della vecchia strategia degli anni ’80, che ha portato all’autoimplosione (  per ragioni economiche) l’URSS comunista. Secondo gli analisti della Rand Corporation, la Russia resta un potente competitore degli Stati uniti in alcuni campi fondamentali. Per questo gli Usa devono perseguire, insieme ai loro alleati, una “strategia complessiva a lungo termine di logoramento” di ogni possibile punto di vulnerabilità del “sistema Russia”. Perciò, vengono analizzati i vari modi (le “options”) che possono costringere la Russia a sbilanciarsi nella sua programmazione nazionale, indicando per ciascuno di esse : le probabilità di successo, i benefici, i costi e rischi per gli Usa.

Gli analisti della Rand ritengono che la maggiore vulnerabilità della Russia rimane ancora una volta l’organizzazione e le performances della struttura economica. Prioritariamente legata alla sua forte dipendenza di bilancio dall’export del proprio petrolio e soprattutto del gas. I cui introiti possono essere ridotti , significativamente, appesantendo le sanzioni alla Russia e, parallelamente, accrescendo l’export energetico Usa in Europa; agendo in modo coordinato con “i paesi Opec” e la leadership dell’Araba saudita. Pertanto, spiega il documento, si deve far sì che l’Europa diminuisca l’importazione di gas naturale russo, sostituendolo con gas naturale liquefatto ( anche se più costoso e più pericoloso da conservare) trasportato via mare da altri paesi.

Un altro modo per danneggiare nel tempo l’economia della Russia è quello di incoraggiare l’emigrazione di personale qualificato, in particolare giovani russi con un alto grado di istruzione.

In campo ideologico e informativo, occorre incoraggiare le proteste interne e allo stesso tempo minare l’immagine della Russia all’esterno, marcandola implacabilmente su ogni scenario regionale di possibile crisi, spingendo per la sua espulsione dai forum istituzionali  internazionali , sin’anco boicottando gli eventi sportivi mondiali che essa stessa organizza sul proprio territorio nazionale.

In campo geopolitico, riaccendere permanentemente la crisi in Ucraina – procedendo ad un suo massiccio e minaccioso riarmo – permetterebbe agli Usa di sfruttare il punto di maggiore vulnerabilità e logoramento esterno della Russia. Ma – raccomanda il documento- ciò deve essere fatto in modo attentamente calibrato per ottenere lo scopo, sì di tenere la Russia sotto pressione, però senza correre il rischio concreto di arrivare a un grande conflitto locale dove Putin avrebbe senza alcun dubbio  la meglio, perché ovviamente gli USA non potrebbero dar corso ad una guerra mondiale per difendere un paese guerrafondaio come l’Ucraina, da loro stessi più volte spinto ad aggredire e provocare la Russia.

Così, la memoria va alla “seconda guerra in Ossezia del Sud” del 2008, quando G.W.Bush spinse il il Presidente della Georgia (ex repubblica dell’ex URSS) Mikhail Saakashvili (ndr. cittadino USA rocambolescamente diventato Presidente della Georgia a furor di popolo) ad inviare il suo piccolo esercito ad invadere (nella notte fra il 7 e l’8 agosto 2008), l’Ossezia del Sud sotto controllo militare russo. Una vicenda sconcertante e stupefacente che ventiquattrore dopo si concluse con la facilissima ( i rapporti militari tra i due contendenti sul campo erano di uno a duecento : cioè un carro armato georgiano contro 200 russi)) controinvasione russa della Georgia. Ovviamente, allora, G.W. Bush si guardò bene dal muovere anche un solo dito per tutelare concretamente “l’atto kamikaze” dei georgiani . La Casa Bianca si limitò a fornire e far ingoiare alla maggioranza dei media occidentali la “fake news” della nuova aggressione militare russa contro un paese straniero e sovrano. Va dato atto a Silvio Berlusconi che, allora, fu l’unico che non si accodò a questa surreale “falsa notizia”. Anzi, si permise di notare pubblicamente che la responsabilità iniziale dell’aggressione militare era stata, invece , della Georgia. Posizione derisa dai giornaloni italiani ed europei sulla base del fatto che era impensabile (e quindi necessariamente falso) che un piccolo paese (con quasi la metà della popolazione della Sicilia) potesse aver aggredito la grande Russia. In tal modo la stampa italiana si preparava alla sua degradante svolta copernicana del 2011, quando si è spesa con impegno degno di migliore causa per agevolare prima, e consacrare poi, l’insediamento dell’anomalo  Governo tecnico di Mario Monti.

In campo militare gli Usa possono avere alti benefici, con bassi costi e rischi, dall’accrescimento delle forze terrestri dei paesi europei della Nato in funzione anti-Russia. Gli Usa possono avere alte probabilità di successo e alti benefici, con rischi moderati, soprattutto investendo maggiormente in bombardieri strategici e missili da attacco a lungo raggio diretti contro la Russia. Uscire dal “Trattato Inf” e schierare in Europa nuovi missili nucleari a raggio intermedio puntati sulla Russia, può sì’ continuare ad assicurare loro alte probabilità di successo, però può comportare anche alti rischi.

Calibrando ogni opzione per ottenere l’effetto desiderato – concludono gli analisti della Rand – la Russia finirà col pagare il prezzo più alto nel confronto con gli Usa. Costretti ad investire grosse risorse nel settore militare e strategico, dovendole così sottrarre ad altri investimenti necessari alla crescita economica sociale e civile delle popolazioni russe. Tutto ciò implicherebbe di converso un pari aumento forte, costante e progressivo, delle spese militari dei paesi aderenti alla Nato, in particolare dei paesi europei, che sarebbero costretti a diminuire progressivamente la loro già eccessiva (a giudizio della Rand) spesa sociale (welfare, sanità pubblica, pensioni, etc).

Non c’è scritto espressamente nel documento della Rand – ma risulta implicito – diminuendo, così, quelle spinte centrifughe che sempre più spesso spingono i paesi e l’opinione pubblica europea a tentare di divincolarsi dalla stretta subordinazione politica alla loro alleanza strategica con gli USA.  Anche in questo caso il documento non cita espressamente la Germania, ma attualmente è l’unica nazione europea rimasta a predicare l’indipendenza militare dell’Europa dagli USA.

Questo è il futuro che ci prospetta la Rand Corporation, il più influente think tank dello “Stato profondo”USA, ossia del centro sotterraneo del potere reale detenuto dalle oligarchie economiche, finanziarie e militari, quello che determina le scelte strategiche non solo degli Usa ma dell’intero Occidente. Le «opzioni» previste dal piano sono in realtà solo varianti della stessa strategia di guerra, il cui prezzo in termini di sacrifici può rischiare di essere pagato da tutti noi.

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