Il teatrino dei pupi della SEA WATCH : la capitan Fracassa; i deputati buoni e di sinistra (!?) che però non spendono un minuto per l’Ilva di Taranto o altre crisi industriali, né si occupano di banche o dei poveri del Sud Italia; i giornalisti dall’impegno civile a Lampedusa, dove però non si sono mai accorti di null’altro non passasse “dal molo degli sbarchi” al porto. Il trionfo della palpitante “Informazione liberista”, ora per ora. Che, a poco a poco,sta soffocando la Democrazia italiana, nascondendo sempre tutto, sino ad assolvere il feroce colonialismo europeo in Africa. Salvini, incredulo, gongola ed conta l’aumento dei suoi voti.

Scriviamo dello stucchevole spettacolo della “SEA Wacth” atto III° – tirati per i capelli – per dire la nostra, una volta e per tutte, di questa farsa tragicomica (per l’intelligenza comune media  e per il definitivo tentativo mediatico di trasformare l’idea di sinistra italiana in un OGM liberal-USA da paesotto del Missouri). Il cinismo nei confronti dei poveri migranti africani e delle persone perbene italiane ( laici o religiosi) che credono ancora nella Democrazia, è roba da voltastomaco. Parliamo così, anche perché – ahinoi –  non siamo finanziati, né privilegiati, da nessun potere finanziario o da qualche Agenzia di comunicazione.

Il tema è sempre lo stesso : distrarre l’opinione pubblica . Non bastavano le eroine dei cartoni animati, nate a bizzeffe negli ultimi anni come testimoni della parità raggiunta nella fantasia e al contrario di quanto avviene nella realtà concreta delle persone, occorrono anche delle false Giovanne d’Arco in carne ed ossa, a cui attribuire valori e prese di posizioni coraggiose che in realtà tali non possono essere.

Non è nemmeno tramontata Greta (la stucchevole paladina ad minchiam dell’Ambiente) gingillo elettorale esaltato dai megafoni del potere, ma messo da parte non appena ottenuto l’effetto ( il successo elettorale dei Verdi Europa in mezzo continente, il cui primo atto politico sarà entrare nel governo europeo di Bruxelles con chi da anni favorisce la distruzione dell’Ambiente) , anzi cancellata dalla decisione europea di non farne nulla del piano Co2 zero per il 2050, che adesso si affaccia all’orizzonte un’altra eroina di cartapesta. Una virago di famiglia ultra benestante come la prima, che come hobby fa la negriera punto 2.0. Trasportando sedicenti richiedenti asilo raccattati non si sa bene come e dove, ma decisa a forzare la decisione del governo italiano, per appartenenza politica a quel globalismo idiota e all’umanesimo ipocrita nel quale militano colonialisti e guerrafondai della peggior specie, disposti ogni tanto ad accogliere qualcuno dopo aver scacciato e umiliato milioni di africani da casa loro.

Benché l’azione di questa eroina bianca, ricca e tedesca (certamente una che ricalca i canoni mai sopiti in centro Europa della cosiddetta “razza ariana”), come si definisce in maniera fin troppo scoperta, non sia diretta solo contro il governo italiano e in particolare Salvini ( che ad ogni atto di questa farsa finto-terzomondista guadagna “voti di pancia”) , ma anche contro le stesse regole internazionali, impongono lo sbarco dei migranti nel porto più vicino, nel caso specifico sarebbe stato Tunisi.

Anche un bambino tonto capirebbe che per adempiere nell’arco dei 14 giorni dedicati alle “sacrosante premesse umanitarie” (il salvataggio in mare di vite in pericolo) sarebbe bastato attraccare la nave tedesca (ma battente bandiera olandese), in un porto dei due Paesi cui la nave è legata, oppure in Francia, oppure in Spagna. Insomma, dovunque ci si indigna per la chiusure di Lampedusa. Invece, ancora una volta si è messo in scena la battaglia politica contro un governo italiano razzista e xenofobo. Una sceneggiata animata da deputati “ di sinistra” disposti a farsi ammazzare fisicamente pur di non rinunciare al loro scranno a Montecitorio, tutti in qualche modo riconducibili direttamente o indirettamente alla cosiddetta sinistra di Arezzo e Firenze (territori noti per aver dato i natali a famosi esponenti di sinistra del calibro di Licio Gelli e Loris Verdini), ma sempre, guarda caso, a disposizione di Silvio Berlusconi e dei suoi antichi partner siculi.

 Una schiera di anime belle che mette sugli altari la capitana Carola e si straccia le vesti per il destino dei 41 ostaggi ridotti da migranti a potenziali “naufraghi/ostaggi politici”, che peraltro non vogliono affatto venire in  Italia, ma nella patria della  eroina banca, ricca e tedesca (dove però mai la Carola ha pensato di poterli portare).

Ma in questo modo si vuol fare passare  l’idea che un’organizzazione privata, una ONG tedesca legata a sponsor olandesi , finanziata da chissà chi, può prevalere  sulla legge degli Stati indipendenti, ossia riuscendo a porsi al di sopra dell’ordinario stato di diritto. Con conseguenze che sappiamo, anzi di cui abbiamo un esempio di giornata con  la pretesa della Mittal di essere al di sopra della legge per potere tenere aperta l’Ilva di Taranto.

Chi è questa gente che o si presta a fare la parte dell’allocco o ci è? Probabilmente appartiene al Pd o a quella galassia esplosa della “sinistra disastrata”” che, alla prova dei fatti, non manca mai di deludere. Ma più che a queste appartenenze di confezionamento politicante, si tratta di persone che hanno un loro preciso manifesto di azione, anche se in grande maggioranza non se ne rendono conto. Lo ha redatto per loro  Michele Salvati esattamente due anni fa, nel giugno del 2017, dopo che la bruciante sconfitta al referendum richiedeva di raccogliere il gregge. Sul Corriere della sera scrisse esattamente questo programma di potere: la vita dei cittadini è grama e lo rimarrà molto a lungo, quindi la strategia delle forze di sistema è quella :

1) di convincerli che le leggi dell’economia non consentono deroghe e che quindi occorrerà farle digerire alla gente;

2) che a questo scopo servirà un cambiamento di Costituzione;

3) che siccome una singola forza politica non è più in grado di imporre questi obiettivi dettati dal “pensiero unico” bisogna lavorare alla costruzione di un grande contenitore politico che raccolga tutte le forze del cosiddetto anti populismo. E smetterla di parlare di diritti sociali, di democrazia partecipata, di sviluppo economico compatibile con l’Ambiente.

Non vogliamo ritornare sull’ingenuità, coglionaggine o ipocrisia, della fede nelle cosiddette leggi economiche del liberismo, di cui nemmeno una -nel mondo reale- ha mai avuto una dimostrazione convincente di essere compatibile con lo sviluppo economico e/o con la Democrazia . Né sul significati astrusi e polivalenti di cosa è nel 2019 il populismo. Ma è del tutto evidente che per raggiungere lo scopo di mettere insieme piddini e berlusconiani, fascisti e antifascisti, in nome del sistema, dell’Europa e della dura “legge del più forte”, non c’è nulla di meglio che creare casi e clamori intorno a temi meno diretti che possono essere giocati nel modo più ambiguo possibile.

Tra questi, ci sono, certamente, i disastri ambientali o l’umanesimo ambiguo e ideologicamente dozzinale di chi, con le sue guerre, stragi e ruberie, in una parola “COLONIALISMO”, provoca in Africa (e nel resto del cd “mondo in via di sviluppo”) i flussi migratori. Si comincia a portare l’immaginetta di Greta, si loda la capitana tedesca, tutte espressioni per nascita ed educazione delle classi dominanti, in maniera da dare ai più tentennanti una buona ragione per confluire nella “Santa Alleanza Liberista” (convergente) di Trump e dei poteri forti finanziari di Bruxelles. Che apparentemente sembrano parti diverse, ma nella sostanza politico-economica rappresentano la stessa identica cosa.  

Questa Santa Alleanza del liberismo, naturalmente, se ne fotte altamente sia dell’ambiente (salvo quando consente di far fare soldi) e dell’umanità, ma se ne serve per i suoi scopi, ovvero castrare la protesta popolare indirizzandola altrove : ad esempio la cosiddetta “accoglienza” (!?). Ovviamente questo non è valido solo per l’Italia, ma anche per tutti gli altri Paesi impigliati come tonni nel pensiero unico, ognuno a suo modo.

E’ evidente che né Greta né la capitan Fracassa della Sea Watch sono né dei veri protagonisti di qualcosa di lodevole. Ne tantomeno espressione di movimenti democratici, ne di sinistra , ma solo specchietti per le allodole montati mediaticamente ad arte dalla dominante oligarchia finanziaria, nemica (e in antinomia) della politica e della democrazia tout-court.

Due poverette, al massimo vittime inconsapevoli di una cultura dello spettacolo e della narrazione della destra internazionale, nonché della loro stessa occasionalità e vacuità. Che fare allora ?  Tentare di  tenere su un minimo di resistenza civile, e d’informazione, contro il liberismo montante e la sua capacità di disinformare e di comunicazione nel travisare fatti di cronaca e principi democratici. Nel frattempo , si può solo provare a non continuare ad avallare iprocrisie di  massa ed a non alimentare idee confuse né ad essere anche noi vittime del “grande nulla” confezionato dalle grandi Agenzie di comunicazione del liberismo internazionale, che in Italia obbedisce, ancora oggi,  al “sistema Berlusconi”, tanto caro agli “obbedienti” della Lega Nord e del PD.

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