“Captagon” (nuova formula), è la innovativa “droga sintetica” inventata, sperimentata ed utilizzata, dall’ISIS : in Medio Oriente la chiamano “la droga del Jihadista”. Il sequestro, di fine giugno scorso, al porto del Pireo, di un milione e mezzo di pasticche da parte della polizia greca, è un passettino ulteriore nel contrasto ad una droga che minaccia la Democrazia nel mondo. Perché tra i suoi “obiettivi” di diffusione c’è quello di creare ovunque legioni di “warriors” (combattenti) di ogni tipo e risma purché dediti al “sovvertimento” delle società occidentali. Le intelligences europee ed USA, impegnate in questa lotta sono sempre parchi nel far trapelare dettagli, per evitare un clamore mediatico, che produrrebbe solo allarme. Arabia Saudita ed Emirati, che pure hanno inventato e finanziato l’ISIS, ora temono che la diffusione di questo tipo di droga potrebbe essere usata pure contro i loro regimi. E dire che i primi che hanno scoperchiato questa trama terroristica sono stati i Carabinieri e la Intelligence italiana, che stavano inseguendo un banale connubio di stupefacenti tra ndrangheta e Mafia turca.

Si aggira per il mondo lo spettro di una nuova arma di distruzione di massa : una anfetamina complessa il cui nome in codice è “Captagon” , già nota in Medio Oriente come la “droga del Jihadista“. La notizia di cronaca, del 30 giugno scorso, racconta solo di un maxisequestro di droga in Grecia, al Porto del Pireo (crocevia dei traffici commerciali di tre continenti) di un milione e mezzo di pasticche. Ritrovate in tre container provenienti dal porto siriano di Latakia, e con i documenti di spedizione che dichiaravano come ultimo porto d’approdo la Cina.

E’, invece, molto probabile, che il loro viaggio si sarebbe concluso in uno Stato del centro Europa (anzitutto Francia) o in una grande città del nord America. La sostanza sequestrata non appartiene alla corrente tipologia di allucinogeni in circolazioni nelle piazze di spaccio europee o negli USA (del ramo ecstasy e dintorni, con l’aggiunta di diverse quantità di coca sintetica). E’ qualcosa di più. Si tratta della più potente ed innovativa droga sintetica inventata. Già sperimentata per anni sul campo dall’ISIS, sui suoi combattenti, i cosiddetti  “foreign fighters” .

Ma che cosa è “Captagon” ? ”. La denominazione è mutuata, letteralmente, da una sostanza base già nota negli anni ’60, sintetizzata e commercializzata come psicofarmaco. E’ stata proibita nel 1986 dall’OMS con la semplice motivazione ufficiale che creava dipendenza. Un mix di anfetamina (cloridrato di fenetillina) e caffeina, per trattare la narcolessia e la sindrome da deficit di attenzione.  Riusciva ad inibire il senso di fatica e rendeva euforici. Sinché, nel 1986 per il costante evidenziarsi dei suoi dannosissimi effetti secondari sul cervello e sulle funzioni psico-motorie , ne è stata vietata produzione e vendita in Europa. Ma la sua produzione è continuata in laboratori privata USA e d’altre parti del mondo. Addirittura, oggi, è possibile acquistarla tranquillamente su internet.

Ma sarebbe più corretto chiamare questa sostanza rivisitata dall’ISIS: “Captagonnuova formula. Un quid molto più pericoloso, non solo per la salute di chi ne l’assume, ma soprattutto per “l’uso politico” di cui ne può fare : gang criminali, gruppi terroristici, disperati, delinquenti, golpisti, oligarchie, mercenari, etc. Insomma, una sostanza in grado di trasportare la coscienza degli esseri umani in una dimensione di status e di performances tra la fantascienza noir e la fantapolitica.

La vecchia formula del Captagon (anni 60) è stata miscelata con opportuni dosaggi con altre sostanze ancora ignote. Di cui l’unica sin’ora identificata come presente (ma non come viene mixata chimicamente con gli esiti raggiunti) è il Tramadol. Il risultato è una potente e sconosciuta droga che inibisce totalmente la paura e il dolore, azzera la fatica, la fame e la sete, provoca una forte euforia. Infonde un sicuro senso di onnipotenza. Gli effetti del Captagon (nuova formula), sono stati via via sperimentati e poi sfruttati sui “foreign fighters” (i combattenti stranieri, cioè occidentali non provenienti da paesi musulmani) della Jihad  dell’Isis nelle guerre tra Iraq-Siria-Kurdistan. In particolare, si  è rivelata una  sostanza esageratamente efficace nel provocare stati di una forte iperattività. E’ diventata un problema internazionale per la democrazia nel mondo quando qualcuno della direzione politica dell’Isis o, meglio, tra i soci finanziatori occulti dietro l’ISIS, ha fiutato la chance di potere mettere su un nuovo super business di portata mondiale, e la pari possibilità di poterne trarre un forte “dividendo politico” .

L’operazione antidroga del 30 giugno scorso è stata “ufficialmente” condotta dalla “narcotici ellenica “ su segnalazione e con il supporto della DEA statunitense. Che gode della presenza da quella parte del mondo di una squadra  di agenti  operativi di base presso le ambasciate USA ad Atene ed a Istanbul.

In realtà, l’imbeccata determinante alla DEA per concludere l’operazione l’avrebbero data i carabinieri e l’intelligence italiana che, da tempo, combattono in prima fila “Captagon” (nuova formula). Che, a loro volta, hanno usufruito di una puntuale segnalazione dell’Intelligence libanese (degli sciiti) di Hebzollah. Con i quali gli italiani intrattengono cordiali, leali e proficui, rapporti dai tempi del governo D’Alema. E ancora prima per i buoni uffici di allora del mitico colonnello del SISMI Stefano Giovannone (già fiduciario di Aldo Moro e dopo la sua morte dell’Ammiraglio Martini).  Superspia conosciuta e stimata, all’epoca, in tutto il Medio Oriente (la zona di sua competenza), come “il Lawrence d’Arabia two” che , non a caso, aveva “messo su casa” a Beirut ed al Cairo. Giovannone era stato capace di  creare un tale intreccio di rapporti fiduciari privilegiati con potenti protagonisti mediorientali, che aveva usato spesso per coltivare gli interessi dell’Italia e della sua politica estera : la Mafia libanese, la Mafia Egiziana, la Mafia Turca, la comunità copto-cristiana d’Egitto (solo il 20% della popolazione ma che rappresentava, allora, la spina dorsale della tecnocrazia e borghesia egiziana), i palestinesi di Al Fatah e quelli di George Habash,, gli Sciiti  di Hebzollah, i drusi libanesi del leader socialista Walid Jumblatt (che dagli inizi del 900 ed ancora oggi controlla  le montagne dello Shuf). Quest’ultimo uomo colto e poliglotta (parlando correttamente inglese, francese, italiano, spagnolo,  ed in grado di comprendere tedesco ed ebraico), di proverbiale eleganza raffinata e noto play-boy, molto ascoltato dal presidente siriano Assad (padre) e da Saddam Hussein; ha intrattenuto rapporti di amicizia personale con Craxi e Mitterand (infatti era di casa sia a Roma che a Parigi) e con il leader socialista austriaco, l’intelligente e passionale ebreo Bruno Kreisky.

Questa forte capacità multitasking di interlocuzione di Giovannone in Medio Oriente fu sfruttata politicamente anche da Andreotti e Craxi che continuarono a coltivare la tendenza filo-araba della politica estera italiana (impressa da Aldo Moro), attraendosi così l’odio degli israeliani, che ad un certo punto all’alto ufficiale italiano riuscirono a fargliela pagare.

L’operazione al Pireo è il terzo sequestro di Captagon di una certa importanza. Già nel gennaio scorso una partita da cinque milioni di pillole era stata sequestrata al Pireo, mentre risale al giugno 2016 il sequestro maggiore: americani e greci assieme avevano individuato una partita da 26 milioni di pillole. L’altra grande operazione in Europa è stata condotta nel porto calabrese di Gioia Tauro dove di pasticche ne furono sequestrate 24 milioni. Le intelligences  europee e di mezzo mondo sono almeno dal 2014 che si occupano di questo pericoloso e lucrosissimo business. Ne seguono ogni pur labile traccia. Spasmodicamente .

Secondo la Dea ed i servizi francesi “Captagon” (nuova formula) ha le sue odierne fabbriche di produzione in Siria ed Iraq. Per cui i porti turchi e greci, libanesi, siriani e ciprioti, sono stati identificati come l’abbozzo di partenza di una rete logistica e commerciale finalizzati a smerciare questa super-droga in Europa e negli Stati Uniti. Tentando, così, di sfruttare l’intenso traffico di navi-cargo che battono le rotte Est-Ovest nel Mar Mediterraneo. L’Italia, sin’ora, è stata considerata solo un semplice territorio di transito; anche perché così ritiene, per il momento, la ndrangheta. Mentre, la Francia viene considerato il possibile luogo privilegiato di sperimentazione  e di “diffusione mirata “ con un probabile retro-pensiero alle “banlieu”.

Per il resto, il traffico di Captagon si è mantenuto rigorosamente entro i confini del Medio Oriente. Nel novembre 2015 c’era stato un sequestro compiuto dalle autorità turche al confine con la Siria: 11 milioni di pillole . All’inizio del 2016 un carico minore, da 700mila pezzi, era stato sequestrato in Egitto in un’operazione a cui partecipavano anche i servizi dei Paesi europei che si affacciano sul Mediterraneo. Queste “pillole portatrici di guerra” rischiano ormai di potersi diffondere quanto le armi convenzionali. In Medio Oriente possono essere messe a disposizione  di tutti i criminali che volessero usarle. Tanto da essere stata già ribattezzata “la droga del jihadista”. Come peraltro risulta comprovato in almeno un paio di attacchi terroristici firmati dall’ISIS :

  • nel caso dell’attacco alla spiaggia tunisina di Sousse (26 Giugno 2015) quando ne sono state trovate tracce nel sangue dell’attentatore Seifeddine Rezgui ;
  • o come si è dimostrato nel caso di alcuni membri del commando di dieci jihadisti che (il 13 novembre 2015) attaccarono in più punti Parigi tutti strafatti di Captagon ;

Come fu scoperta l’esistenza di Captagon (nuova formula ISIS)?

Siamo in grado di ricostruire l’inizio di questa storia , basandoci su boatos (ovviamente incontrollabili) che circolano nei mondi dell’intelligence europea. Raccontano che l’esistenza della droga del jihadista ( e di cosa gli stesse dietro) fu scoperta per caso, a fine 2014 . Un certo reparto speciale dei carabinieri pedina un capo decina ndranghetista che si sposta in modo iperattivo sull’asse Gioia Tauro- Milano- Genova . Una attività del solito traffico di droga al limite della routine, nella sua ordinaria attività criminale. Finché il soggetto manifesta di attendere un carico, stavolta, dalla Mafia Turcha ( e non dal Sud-America o dall’Africa). Esattamente, come faceva una volta la mafia siciliana . La sorpresa degli investigatori aumenta quando nel corso dell’indagine, si appura l’utilizzo di un comparaggio con una pericolosa frazione militarista della mafia nigeriana (specializzata nel trasporto internazionale della droga) , con una base a Milano.

I carabinieri notano la stranezza del comportamento del ndranghetista che rinuncia, in ipotesi, a “controllare” ( come d’uso tra i calabresi) l’iter della merce in viaggio. Addirittura le indagini, ad un certo punto, portano gli investigatori nel cuore delle Baleari, individuando la “testa centrale pensante” di questo misterioso traffico internazionale di stupefacenti, in via di disvelamento, in “un gruppo di gaudenti sceicchi”, che si muove  sull’asse Baleari-Riad-Istanbul. “Un gruppetto” che, per di più, assegna l’appalto della guardiania di tutta l’operazione criminale ad un primaria Agenzia internazionale di sicurezza militare privata, piena di ex militari inglesi,  francesi e russi.

A questo punto i carabinieri, si rendono conto che non si tratta più di possibili attività di polizia giudiziaria, per cui passano la mano alla intelligence italiana . Che si trascina dietro i servizi inglesi, francesi e spagnoli. Tutti e quattro le organizzazioni utilizzano le imbeccate di quei servizi arabi (libanesi, siriani, marocchini, egiziani ed algerini) che guardano con diffidenza e ostilità  ogni mossa dell’Arabia Saudita e (in quella fase) pure della Turchia (allora ancora filo-USA e vicina ad una pericolosa liason con l’ISIS) . Le intelligences arabe sono ancora spaventate dai danni provocati nel biennio precedente dalla devastante e fasulla operazione delle “primavere arabe”, che era riuscita a destabilizzare pressocché l’intero Medio Oriente. Ma soprattutto allarmati dal rischio di un mutamento della geografia criminale in Medio Oriente, con la nascita di un nuovo e originale fronte criminale, che minacciava di sopravanzare e sostituire il “conosciuto” tradizionale asse delle tre mafie “Turca-libanese-siriana”. Una categoria criminale, da sempre, capace di convivere rispettosamente con i regimi arabi  prima che esplodesse la follia della guerra siriana.

Insomma, per farla breve, appena proprio gli italiani si appropriano di uno striminzito campione di “Captagon nuova formula” , e condividono con gli alleati occidentali l’accertata pericolosità scientifica di questa nuova droga, si decide che è venuto il momento di procedere ruvidamente nel chiudere la rete. Così, in una notte invernale, accade che gli inglesi d’intesa con la polizia locale distruggono il laboratorio principale di produzione a Cipro  ed un deposito a Creta. Alla centrale di pianificazione commerciale nelle Baleari ci pensa un gruppo interforze sotto l’egida dell’intelligence spagnola. Nella parte spagnola dell’operazione, uno degli Sceicchi in questione, presente al momento del blitz, muore sfortunatamente “per infarto”, come certificherà un medico arabo. A Istanbul, un grosso mafioso turco, principale “socio” di questi sceicchi apprendisti terroristi e narcotrafficanti, morirà anche lui quella notte, per “blocco intestinale” come certificherà un medico di fiducia dei servizi turchi. Un medio capo ndranghetista, invece, sempre in quelle ore, pare incorra in Francia in uno sfortunato e fatale incidente stradale. A questo punto, la Ndrangheta e la Mafia turca – tradizionalmente “gente di mondo”  non dei Totò Riina qualunque – hanno tenuto a far sapere per vie riservate di non essere più interessati a questo nuovo settore di business criminale. Anche gli Emirati ed i Sauditi, dopo l’apparente declino dell’ISIS, hanno fatto sapere di avere perso interesse (!?) nell’operazione di tutoraggio della produzione e l’uso di questa sostanza.

Comunque, per i cultori del genere letterario delle spy-stories, Vi segnaliamo che l’ottimo scrittore italiano Secondo Signoroni, probabilmente sulla base degli elementi diffusi da questi “boatos incontrollabili” , ci ha romanzato su un interessante ed avvincente racconto pubblicato (nel Marzo 2017) in Italia nella collana Segretissimo di Mondadori.

A ben risentirci!

 

 

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