E’ LA MASSONERIA la vera novità a CUBA

REPORTAGE da L’AVANA – Gli uomini d’affari europei, che vivono o frequentano Cuba, indicano nella Massoneria il principale interfaccia che opera tra la realtà odierna del Governo Comunista, e ciò che potrà essere il futuro dei cubani. Insomma, la  vera “novità”. Che il nuovo leader Raul Castro non mostra affatto di voler ostacolare. A riprova di ciò, il 10 maggio 2008, una delegazione ufficiale della “Gran Loggia de Cuba AL y AM” ha partecipato, a Washington, alla “IX Conferenza mondiale delle Grandi Logge massoniche”. A Cuba la Massoneria c’è sempre stata, non è mai stata sottoposta al Partito Comunista, e gode di una effettiva autonomia di organizzazione. Un “privilegio” che condivide solo con la Chiesa Cattolica. Rinata a nuova vita dieci anni fa, grazie alla visita pastorale di Woytila .

Ma c’è di più. La “novità” cubana ha partorito l’asse massonico Havana – Caracas. L’odierno  perno centrale della fitta rete di rapporti, ed opportunità, su cui ruota l’esistenza della Massoneria in America Latina. Una joint–venture strategica,quindi, che somma il know how operativo, tecnico e scientifico, dei cubani  con il mare di petroldollari venezuelani gestiti da Hugo Chavez. Oltre al business, però, vi è anche una visione culturale della società del futuro in Sud America : in parte liberale ed in parte socialista. Un modello di vita alla europea, nel quale sia riconosciuto, gratuitamente, l’effettivo diritto all’istruzione ed alla sanità per tutti. E ci si ponga il problema di garantire alla gente una casa decente ed una vecchiaia accettabile. Un disegno di avvenire in progress che , se da un lato, punta a propiziare un atterraggio morbido dell’inevitabile crisi finale del, logorato,comunismo cubano. D’altro lato, cerca di sbarrare il passo ad un ennesimo riproporsi, miracolistico, nel Continente latino-americano, di “ricette di governo” liberiste. I cui drammatici fallimenti (vedi Argentina, Equador, etc), sono ancora un ricordo vivo e terribile.

Solo a Novembre 2007, a Cuba, si contavano 316 logge massoniche pubbliche. Appena tre mesi dopo, Febbraio 2008, erano già diventate 341, con oltre 34.000 iscritti, presenti in tutte le province dell’Isola. Più due logge coperte che sfuggono al controllo diretto della Gran Loggia AL y AM : una di taglio politico-istituzionale presente all’Havana, e l’altra a tema più strettamente economico-finanziario collocata nella provincia di Matanzas-Varadero. In totale,oggi, la Massoneria cubana conta sulla stessa consistenza numerica che aveva già raggiunto nel 1959, primo anno della rivoluzione castrista, dopo 150 anni di pregnante presenza storica nell’Isola.

La fonte ufficiale che ha rivelato questo exploit di 34.000 massoni a Cuba, è stata una sintesi per la stampa diffusa da Akram Elias, Gran Maestro della Loggia di Washington District of Columbia. La più grande loggia della massoneria USA,  la stessa che da circa sette anni svolge, di fatto, una sorta di tutoraggio della Massoneria cubana. Quest’ultima, per numero di logge, è ormai diventata la ottava potenza massonica del mondo, dietro a realtà nazionali storicamente più radicate, e con più popolazione, come : gli USA, l’Inghilterra, il Canada, l’Australia, la Francia, l’Italia,la Germania.

Il segreto di questa stagione di successo per la Gran Loggia de Cuba è stata la montante popolarità. Ottenuta, proponendosi al disorientato popolo cubano come una associazione filosofica “aperta”, e composta da uomini liberi. Portatori di un ruolo compreso tra una specie di religione laica ed una sorta di “Croce Rossa” privata : che aiuta; assiste e consola; tutela e consiglia; senza nulla chiedere. Una rete di solidarietà che può contare concretamente, oltre che sulla quotidiana opera volontaria dei “fratelli” iscritti, anche su una struttura permanente, presente in tutta l’Isola, di alcune centinaia di dipendenti, direttamente stipendiati dalla Gran Loggia. Un’altra eccezione per le normali “regole” a Cuba, dove solo lo Stato può essere l’unico datore di lavoro, direttamente o indirettamente.

Comunque, la Massoneria cubana è attenta nell’ostentare un atteggiamento leale nei confronti delle istituzioni governative e del potere comunista. Rispettosa delle leggi e pubblicamente apolitica. Persino, disponibile, all’occorrenza – quale titolare in esclusiva di un importante pacchetto di pubbliche relazioni internazionali – a dare una mano di aiuto a talune articolazioni economiche e culturali dello Stato. Ma sempre curando di marcare, con garbata chiarezza, il diritto all’irrinunciabile autonomia delle realtà massoniche aderenti alla Gran Loggia de Cuba  AL y AM.

L’ossatura sociologica della rimonta della Massoneria cubana poggia su un tradizionale treppiedi  : i medici ed i tecnici che lavorano nell’onnipresente servizio sanitario nazionale; l’ambiente culturale universitario (docenti, intellettuali,artisti) e delle professioni (architetti ed ingegneri); una quota di ufficiali intermedi del potente apparato dei militari. Si è poi aggiunta una, solida, quarta gamba di sostegno sociale : una moltitudine di addetti ai lavori nelle società (nazionali o miste) che operano nel Turismo. La prima industria di Cuba per fatturato. La finestra sul mondo dei cubani.

Che la Massoneria non sia una realtà emarginata, né ufficiosa,  lo racconta l’esistenza all’Università dell’Havana, addirittura, di un “Dipartimento di Studi storici sulla Massoneria a Cuba”. Il cui Direttore è lo storico Eduardo Torres Cuevas , che ha avuto la libertà di organizzare nei giorni dal 5 al 9 dicembre 2007 un grande simposio scientifico internazionale sul “contributo storico che la Massoneria ha dato all’evoluzione politico istituzionale di tutta l’America Latina”. Un consesso nel quale i due principali oratori non latino-americani, sono stati i due maggiori studiosi europei di Storia della Massoneria : lo spagnolo Josè Antonio Benimelis e l’italiano Aldo Alessandro Mola. Simposio, conclusosi con un Gran Galà privato ad inviti, animato dal recital del poeta Marciano Perez Quintero e da una magica jam-session del grande pianista Juvenal Herrera.

Chiosa lo storico Aldo A. Mola : “ La fase storica che si sta componendo a Cuba, e più in generale in gran parte dell’ America Latina, a partire proprio dal Venezuela,è materia di estremo interesse culturale, che avrà certamente effetti e refluenze di rilevanza politica internazionale. Perciò, comprendere il ruolo odierno della Massoneria cubana, e latino americana, può aiutarci a trovare una agevole chiave di lettura degli avvenimenti in itinere in questo contesto continentale, che sino a tutto il XXmo secolo ha vissuto all’ombra della sciagurata dottrina di James Monroe (ndr. e Theodore Roosvelt: l’America latina come l’aia di casa degli USA). Lo studio della Storia della Massoneria di quei paesi, e dei loro antichi rapporti sin già nel XIX° secolo con i confratelli europei – in particolare inglesi,francesi, italiani, tedeschi –  può divenire uno strumento di supporto importante  per produrre, nel prossimo futuro, delle più corrette, e realistiche, analisi geopolitiche” .

E’ un fatto che , Fidel Castro, nei suoi 50 anni di Comandante en jefe, non se l’è mai sentita né di contrastare le attività massoniche, né di metterle fuori legge. Di più. Fidel ha sempre pensato alla Massoneria cubana come una riserva strategica al servizio degli interessi nazionali. Un canale, indipendente, di comunicazione con il mondo. Del resto, a Cuba la Massoneria ha permeato ed accompagnato, dalla lontana prima rivolta nazionalista del 1809 alla più recente revolucion del 1959, tutto il percorso storico della lotta per l’indipendenza nazionale, prima dalla Spagna e poi dagli Stati Uniti. I più grandi intellettuali ed artisti cubani sono stati allevati in contesti culturali di formazione massonica. Ed il sentimento di nazionalismo più intransigente – democratico e latino americano – è stato la cifra distintiva della massoneria cubana. I grandi eroi nazionali : Carlos Manuel de Cespedes, Antonio Maceo, Maximo Gomez ed sopratutto Josè Martì – il Garibaldi di Cuba, a cui Fidel Castro si è sempre ossessivamente richiamato – erano tutti massoni di primo piano. Come lo fu anche Simon Bolivar, indiscusso eroe simbolo della lotta per la liberazione dal colonialismo di tutti i popoli dell’America Latina. Come lo sono stati il cileno Salvador Allende e l’argentino Raul Alfonsin, quello  che 25 anni fa pose fine alla dittatura militare a Bueno Aires.

Ma c’è di più. Almeno un terzo dello stato maggiore dei barbudos, della originaria rivoluzione castrista nel 1959, era composto da massoni risaputi come tali, a cominciare dal mitico Ernesto Che Guevara, amatissimo dai cubani. Del resto, a testimoniare che la Massoneria a Cuba fosse una realtà di prestigio, e per nulla segreta, ci ha sempre pensato all’Havana – anche agli occhi stupiti degli ignari turisti – il palazzo, simil-grattacielo decò, sede della “Gran Loggia Massonica de Cuba AL y AM”, in Avenida Salvador Allende n° 508, esattamente in pieno centro città. Collocato sull’itinerario stradale che, attraversando l’interno dell’Havana da est ad ovest, porta da quel gioiello artistico del Paseo Josè Martì (di fronte alla nota fabbrica di sigari Partagas) in direzione della più moderna Plaza de la Revolucion. Quella dove campeggia l’effige del Che.

Sul tetto dell’edificio massonico di undici piani – costruito nel 1921 secondo i canoni dell’art decò dei grattacieli americani d’inizio XXmo secolo – campeggia un planisfero nero-blù sormontato dall’universalmente noto simbolo massonico del triangolo, compasso e squadra. Comunque, sul frontespizio del palacio, sopra il portone d’ingresso, campeggia pure una insegna a caratteri cubitali : “Gran Loggia de Cuba AL y AM” . Ma anche dentro la hall del palazzo, lungo i suoi fianchi ed in tutti i piani, fanno capolino altri simboli della libera muratoria . Sette piani sono occupati dagli Uffici centrali della Gran Loggia e dalle sedi di otto logge associate; quattro piani ospitano uffici dell’ETECSA, la società mista di telefonia mobile cubana. Le rifiniture e gli arredi interni del palacio seguono l’andazzo odierno di Cuba : muri scrostati, vetri delle finestre macchiati, affreschi attaccati dall’umidità, preziose poltroncine di pelle d’epoca usurate, porte appena funzionanti, simboli e carte dei parati che soffrono di una evidente mancanza di manutenzione. L’ennesima riproposizione della quotidianità cubana : un fotogramma bloccato della Cuba che fu negli anni cinquanta.

Ma come è potuta sopravvivere la Massoneria negli ultimi 50 anni, in una Isola governata da un regime così intransigente ed occhiuto, come quello castrista?

Intanto, va ricordato che la massoneria cubana (e anche una parte di quella statunitense) appoggiò attivamente l’inizio della rivoluzione castrista. Che la stessa “libera muratoria” ha rappresentato anche negli anni di crisi economica più buia, un valido e pratico canale di comunicazione con il resto del mondo: anzitutto con l’Europa non comunista (Francia, Italia e Spagna), ma anche con partners vitali come il Canada ed il Messico, e poi persino con taluni circoli economici degli Stati Uniti. Dimostrandosi talvolta utile per aggirare alcuni aspetti del soffocante ed ingiusto “embargo USA”, che si protrae drammaticamente da cinquant’anni, come un cappio al collo dello sviluppo economico nazionale. Così, dannando la vita quotidiana dei cubani e, paradossalmente, facendo un grande favore politico al potere monocratico che ha avuto Fidel Castro, ed alla sua martellante propaganda sull’immanente pericolo yankee.

Chiacchierando, riservatamente, all’Havana con autorevoli businessmen europei, ti propongono due loro convincimenti in materia : 1) la famiglia Castro ha sempre avuto un buon ed antico rapporto con la Massoneria; 2)  ma il massone di casa Castro non è mai stato Fidel, ma bensì  Raul. Nei circoli del potere dell’Havana si sussurra che lo sia , al punto di venire indicato, addirittura, come il sapiente Gran Maestro di una delle due Logge coperte, quella dell’Havana. Che risulterebbe composta al 90% dal sodale establishiment militare, dai vertici delle società finanziarie di Stato di emanazione delle forze armate, da illustri luminari della medicina, da qualche dirigente del PCC (con forti rapporti all’estero) e da un 10% di massoni stranieri con corposi interessi economici nell’Isola (gli importanti francesi, i venezuelani, i canadesi, i messicani e i russi,).

E’ un dato storico certo, che la Massoneria a Cuba, dopo la presa del potere da parte della revolucion, ha continuato normalmente ad esistere, tenendo ancora pubbliche manifestazioni sino al 1967, quando il Governo stabilì che da allora in poi le potevano organizzare solo i centri istituzionali o il Partito Comunista. Però, dopo, e sino ad oggi, mai una loggia fu chiusa , né un massone fu mai arrestato o perseguitato come tale dalla polizia politica. La voce popolare giustificò l’inversione di tendenza governativa emersa nel 1967, facendola coincidere con l’allontanamento da Cuba ( e poi la morte) di Ernesto Che Guevara , massone e gran protettore della Massoneria cubana. Fatto è, che le iscrizioni alla Massoneria scivolarono da 34.000 a poco meno di 19.000. Una tendenza al ribasso, rimasta grossomodo stabile sino a metà degli anni 80’, quando le iscrizioni dei massoni cubani giunsero, molto, al di sotto delle diecimila unità .

Dopo il crollo del muro di Berlino, dal 1990 in poi, il movimento massonico mostrò segni di evidente risveglio, ritornando a quota diecimila iscritti. Trovando,poi, un ulteriore slancio nelle iscrizioni, durante e subito dopo il momento orribile del “ periodo especial” (1992- 1996). Gli anni della drammatica crisi economica (alimentare ed energetica) che ha messo Cuba a K.O. Una debacle seguita alla fine del PCUS sovietico, antico garante dell’abitudinaria furbizia di Fidel Castro di far pagare ogni anno a consuntivo all’Unione Sovietica tutti   -ma proprio tutti !! – i conti economici del Paese caraibico, attraverso la diabolica invenzione castrista del “Consiglio di aiuto e di mutuo soccorso economico Cuba-URSS ”. Una prova concreta, quanto onerosa, di solidarietà internazionalista, che la Russia dei clan di affaristi di Boris Eltsin non  pensò mai di dover continuare ad onorare. Fidel Castro, allora concentrato, da oltre trent’anni, a costruire il suo modello di società  civile, socialista e perfetta, rimasto senza i dollari , le forniture alimentari ed il petrolio dei russi, si ritrovò all’improvviso a gestire una nazione priva di un vero apparato economico- produttivo e in una fallimentare crisi finanziaria. Un vero e proprio salto nel vuoto. Gli effetti di questa crisi si rivelarono devastanti per la vita di tutti i cubani. Una sorta di tsunami socioeconomic.

Ancora oggi, se si vuole rovinare il proverbiale buon umore di un qualsiasi interlocutore cubano, basta solo sillabare la parola “periodo especial”. Anche il viso di un cubano di colore diventa bianco pallido. Per capire l’esatta portata di che incubo furono quegli anni, ricorriamo ad  una relazione di autocritica letta dallo stesso Fidel ad un suo comizio nel 1995, quando denunciò che nell’anno solare precedente  si erano registrati ben 324 giorni di black-out energetico totale.

Per affrontare la repentina e drammatica emergenza materializzatasi all’inizio degli anni 90, e protrattasi per anni, Fidel Castro virò sul tentativo di organizzare un minimo di autonome strutture economico-produttive a Cuba, cominciando con il puntare sui flussi dei turisti europei e nord-americani che potevano pagare in valuta pregiata. Così,tra il 1996 ed il 1998 emerse la prima, e abbastanza timida, svolta “aperturista” di Castro. Il regime scelse di allentare il controllo e le limitazioni di legge sulle attività sia della Chiesa cattolica che della Massoneria. Due organizzazioni morali, di per se capaci di poter aggregare le coscienze dei cubani , in piena crisi esistenziale e  straboccanti di  malumore. Perciò, potenzialmente capaci di intercettare questo tipo di “dissenso”, sottraendolo ad una possibile, ed indistinta, refluenza nel “partito” dell’anticastrismo di Miami.

Sempre nel biennio 1996-98’, si diede vita ad un primo, embrionale, tentativo di pianificazione economica del Turismo. Dalla massoneria francese e canadese giunse una buona mano d’aiuto – sotto forma di capitali e know how –  nel settore della realizzazione di edilizia residenziale di standard europeo ad uso turistico. Questo pur limitato intervento iniziale, si rivelò il volano determinante nell’affrontare un percorso di progressiva crescita del potenziale alberghiero cubano, per come lo conosciamo oggi. Non a caso, allora, si è puntato anzitutto su l’Havana e Varadero. Anni dopo, la solidarietà massonica internazionale riuscì a far arrivare pure capitali inglesi e spagnoli, e poi via via altri investitori (messicani, argentini, italiani, etc). In questo clima “aperturista”, le iscrizioni alla libera muratoria lievitarono attorno alle 16.000 unità, mentre si moltiplicavano i casi di  ripristino delle antiche sedi massoniche, talune pure con prospetti architettonici  a forma di tempio. Un esempio tipico lo può vedere qualunque turista che, andando e venendo sulla strada Varadero – Havana, incrocia a Matanzas il tempio della loggia “Verità”.

Ad alzare il tasso del gradimento popolare verso la rinata Massoneria è stato pure un maggiore interesse della gente per la cura della propria anima. L’esigenza diffusa di voler, e poter,  tornare a credere in una qualsiasi prospettiva di futuro, dopo la caduta del muro di Berlino e la crisi ideologica del comunismo cubano. Aggravatasi,oltremodo, dopo il terribile “periodo especial”.

Gustavo E. Pardo Valdes, “Padre spirituale” della Gran Loggia AL y AM de Cuba, già Gran Maestro della Massoneria cubana,“Presidente de la Accademia cubana de altos estudios masònicos”, l’anziano e fascinoso affabulatore, l’uomo immagine della Gran Loggia, spiega :          “ Esiste un percorso cronologicamente parallelo che la Chiesa cattolica e la Massoneria stanno compiendo a Cuba,in direzione di una liberazione da tutte le ideologie autodistruttive. Il punto di incontro, ed il motore parallelo di questa movimentazione delle coscienze, è il credere in un Essere Supremo, che chiede agli uomini in terra un rigoroso codice di condotta morale. Entrambi i gruppi credono nell’affermazione dei più elementari diritti umani”.

Entrambi i gruppi possono contare su ampie e concrete solidarietà all’estero, sia in Europa che negli USA ed in Canada.”

In tal senso, è interessante ascoltare la testimonianza dell’intellettuale dissidente Jorge Olivera, 43 anni, incappato, nel 2002,  nella famosa retata dei 75 dissidenti cubani, arrestati perché ritenuti controrivoluzionari che complottavano contro la sicurezza dello Stato.

“Il mio incontro con la massoneria era maturato solo poco tempo prima del mio arresto – ricorda Olivera – perciò nei confronti dei fratelli covavo un certo disagio perché, indipendentemente dalla mia consapevolezza di essere innocente, ero in ogni caso un individuo marchiato a fuoco dalla terribile accusa di essere un controrivoluzionario. Quindi, un possibile complice dei terroristi. Ma quando nel febbraio 2003 sono stato liberato dal carcere, e mi sono presentato alla sede della Gran Loggia di Cuba, i fratelli mi hanno accolto con grande semplicità, disponibilità e fraternità. Preoccupandosi, soprattutto, di sapere come stessi, cosa sentissi dentro di me, e se io e la mia famiglia avessimo bisogno di qualcosa. Con il tempo ho imparato da loro la lezione morale che ciascuno ha diritto di pensare liberamente come vuole, purché viva nel rispetto degli altri.”

Oggi Olivera è uno dei tanti terminali cubani del  “Masonic relief for Cuba Committeè”di Toronto, il comitato delle logge canadesi per gli aiuti “di sollievo” ai fratelli cubani. Aiuti in cibo (riso, farina di mais,carne, etc) medicine (aspirina,Vicks Vaporub, vitamine, antibiotici, antinfiammatori, etc) ed elettrodomestici (DVD,piccole lavatrici,frigoriferi,computers, etc),che mensilmente arrivano nell’Isola  aggirando l’embargo americano. Oltre a promuovere assistenza morale e legale a favore di altri 11 massoni, a suo tempo incappati nella retata dei 75 dissidenti , ma non ancora liberati.

L’anno della svolta epocale per la “Gran Loggia de Cuba AL y AM” è stato l’anno 2001, quando le iscrizioni dei massoni hanno raggiunto le 23.000 unità. Per cui, prima, il 15-16 gennaio alcuni massoni cubani hanno potuto partecipare a Madrid in qualità di ospiti alla “V Conferenza delle Gran Logge del Mondo. Poi ,dall’8 al 10 giugno 2001 alcuni liberi muratori di Cuba  hanno partecipato – ancora nell’informale ruolo di semplici ospiti – alla annuale riunione della “Gran Loggia of Washington District’s Columbia” presso lo Scottish Temple nella 16.ma strada , diventando oggetto di un passaggio significativo dell’orazione pronunciata in quell’occasione dal Gran Maestro di Washington Grant R. Berning .

Ma non basta. Da allora, la Gran Loggia statunitense – ignorando la stessa legge americana che fa divieto penale ai cittadini americani di poter intrattenere qualunque tipo di rapporti con Cuba, e (nell’era Bush) anche per viaggi privati o turistici – è diventata un munifico tutor dei massoni cubani, insieme alla Gran Loggia del Canada, che ha il compito di sovrintendere sul campo alla rete operativa in attività all’Havana. Un intreccio di rapporti che è culminato il 10 marzo 2006 in un avvenimento incredibile per un Paese comunista : la prima visita ufficiale a Cuba di una delegazione di massoni canadesi (presentatisi alle autorità di frontiera come tali) della “Gran Lodge of New Scotia”, guidata dal Gran Maestro Richard Snowdon, in visita alla sede centrale della Gran Loggia AL y AM di Cuba; il quasi grattacielo al centro dell’Havana. Missione conclusasi con una solenne cerimonia celebrata sulla terrazza, all’attico, del palacio, con contorno di festeggiamenti, libagioni, e  fotografi pronti ad immortalare la scena; con seguente relativa diffusione sui bollettini massonici di tutto il mondo e su vari siti d’informazione internet.

A questo evento, sono seguiti sei anni di frenetica attività di relazioni internazionali, che hanno trovato la consacrazione della irreversibile rinascita della “Gran Loggia AL y AM de Cuba” con la partecipazione , dal 7 al 10 maggio 2008, di una sua delegazione ufficiale (e non più solo quali graditi ospiti) alla “IX Conferenza mondiale delle grandi Logge massoniche”. L’assise, tenuta al Renaissance Hotel Washington, District of Columbia, sul tema : “La Massoneria universale per l’affermazione della cooperazione culturale e la buona volontà a livello mondiale” .

Un successo da intestare senz’altro ad un pugno di capi della Massoneria cubana che hanno dimostrato di saperci fare, interscambiandosi nel tempo i diversi ruoli ufficiali: l’autorevole ed attuale Gran Maestro Osmundo G.Cabrera Perez ; l’uomo silente comunque presente, attento regista della crescita della Loggia negli ultimi sei anni, il Gran Segretario Francisco J. Eymil Fernandez ; i tre maghi dei bilanci che curano gli aspetti finanziari ed economici, permettendo alla Gran Loggia di vivere agevolmente e poter continuare a crescere,William Rojas Aguilar, Fidel Perez Lòpez, Raciel Martinez Andréu ; infine,l’uomo comunicazione ed immagine, il sapiente vecchio dalla barba biancae gli occhi color cielo, Gustavo Enrique Pardo Valdés.

E la partecipazione alla Conferenza internazionale massonica a Washington 2008 è stato il capolavoro. La svolta eclatante. Anche perché, si è tenuta in territorio USA, in apparente violazione delle leggi e delle politiche governative americane. Senza che Gorge Bush e i suoi sodali oltranzisti – schiumanti di rabbia- abbiano neanche potuto fiatare, reprimendo la loro voglia di bacchettare la Massoneria americana ospitante. Che negli USA, è una forza che conta circa tre milioni di iscritti.  Comunque, una circostanza che rivela il braccio di ferro in atto all’interno dello zoccolo duro “dell’establishiment economico USA che conta”, tradizionalmente venato da presenze massoniche. Si conferma, così, come il Potere USA si stia, profondamente, dividendo sul tema di cosa fare, e di quale strategia adottare, per immaginare una soluzione realistica per il futuro di Cuba, dopo l’avvenuta “scomparsa”- per ora solo politica – di Fidel Castro, e la presa di potere del fratello Raul.

Insomma, si sostiene, da parte di una porzione del potere economico americano – che non ha guadagnato e non guadagna con l’ideologia neocon, né con il giro finanziario della Carlyle – che la posizione USA sul “dopo Fidel” a Cuba non può essere frutto di una elaborazione esclusiva dell’attuale gestione del Dipartimento di Stato, né tantomeno dei soliti orientati consiglieri del Presidente Bush, legati materialmente all’oltranzista e multimiliardaria lobby cubana di Miami.

Una scuola di pensiero, da inscrivere nel lento processo di riaggregazione in atto negli USA di quegli stessi ambienti di potere – fortemente venati dalla cultura massonica – che nella storia americana hanno determinato l’elezione a Presidente di Franklin Delano Roosvelt, di Jimmy Carter, di Gerald Ford, e che più recentemente hanno sostenuto Colin Powell ; ma che oggi si riconoscono anche in talune elaborazioni strategiche sul futuro proposte da Al Gore al potente finanziere Gorge Soros. Si tratta di imprenditori e finanzieri esclusi, negli otto anni di Presidenza di Gorge Bush, dal perimetro dell’area di potere della Casa Bianca, indipendentemente se collocati con i democratici o con i repubblicani. Costoro- pur tutti anticomunisti convinti – prediligono, però, per Cuba una “soluzione alla cinese”. Scartando come poco utile, l’uso per il futuro di rigidi schemi ideologici,  confidando di più nella forza ineluttabile della libertà dei consumi e del tempo che passa. Una posizione ,che postula una progressiva, quanto ampia, apertura a 360° (economica e culturale) della società cubana ai rapporti con il mondo occidentale. Consentendo, dunque, che a Cuba si mantenga un assetto politico ed istituzionale che rispetti la prevalenza del Partito Comunista e dei militari; le due grandi organizzazioni che compongono il nocciolo duro del potere cubano. Sottolineando,quindi, l’importanza strategica per cui una soluzione del genere – “dolce” –  potrebbe avere influenza, in termini politici, pure su altri Paesi – oggi invece ostili agli USA-  del Continente Latino americano. Aree nelle quali, dal Venezuela ad altri paesi collegati, si registra una sempre più diffusa presenza di medici e tecnici cubani, tra i quali si nota una consistente presenza di massoni. Personale cubano professionalmente eccellente, impegnato nel variegato novero di programmi per la cooperazione, o l’interscambio,a sostegno dello sviluppo di quei Paesi. Programmi di solidarietà internazionale, spesso, finanziati dai petroldollari che l’eclettico ultramiliardario alleato dei cubani, il “socialista e bolivariano”, Hugo Chavez – neogran protettore della rivitalizzata Massoneria venezuelana – di solito, non lesina mai. Lo stesso che da quasi due anni paga i costi della bolletta energetica cubana,  cancellando all’Havana il ricorrente  incubo degli improvvisi e lunghi black-out.

In questo scenario internazionale , la “Gran Loggia de Cuba AL y A M”, si è conquistata, anno dopo anno, un ruolo propositivo e strategico, tra i diversi protagonisti che giocano la complessa partita del dopo-Fidel , sia a Cuba che  in una più ampia area geopolitica dell’America latina.

17.05.2008

2 pensieri riguardo “E’ LA MASSONERIA la vera novità a CUBA

  • Settembre 30, 2021 in 11:29 pm
    Permalink

    Write more, thats all I have to say. Literally, it seems as though you
    relied on the video to make your point. You clearly know
    what youre talking about, why throw away your intelligence
    on just posting videos to your weblog when you could be giving us
    something informative to read?

    Rispondi
  • Marzo 5, 2022 in 8:45 am
    Permalink

    We absolutely love your blog and find most
    of your post’s to be just what I’m looking for. can you offer guest
    writers to write content for yourself? I wouldn’t mind composing a
    post or elaborating on a number of the subjects you
    write with regards to here. Again, awesome weblog!

    Rispondi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *