E’ morto un agente segreto italiano a Parigi. La notizia di uno 007 infartuato per le strade della ville lumiere è stata data come una super-breve di pochi secondi in una di quelle edizioni veloci di un TG Nazionale privato (e poi da Huffingtonpost). Ma da quando in qua un fatto relativo all’attività corrente di un ”servizio segreto” è oggetto di cronaca in un notiziario veloce della Tv ? Così, rimane “pendente” un inedito caso di “cronaca di Intelligence” zeppo di anomalie, dichiarazioni contraddittorie, omissioni, gaffes ed illogicità. Prorompono perciò tre domande : come è morto l’uomo ? è lecito chiedersi che ci faceva a Parigi ? e perché i servizi francesi hanno fatto di tutto perché la notizia della morte di un agente di un servizio loro alleato dovesse divenire di pubblico dominio ?

E’ inusuale che sui giornali appaiano notizie di cronaca  sull’attività quotidiana di un servizio segreto. E’ insolito che due servizi segreti alleati provino a sputtanarsi “urbi et orbi”. E’ sconcertante che un agente segreto che opera all’estero “nasconda” la sua “chiave crittografica” di servizio in una cassafortina di un albergo alla portata di qualsiasi concierge. E’ incomprensibile come, a frittata avvenuta (ossia la morte dell’agente italiano), le chiacchiere e le spiegazioni posteriori siano state così zeppe di contraddizioni ed illogicità, dimostrando cioè che non c’è stata (e quindi  non era stata neanche predisposta) uno logica e credibile story-board di spiegazioni, sulla presenza all’estero di un ufficiale dei nostri servizi. Peggio, in troppi si sono affannati, immediatamente, ad escludere l’esistenza di un “complotto”, non evocato prima da alcuno . Insomma, una tale somma di gaffes, che chi ha frequentato la prima liceo classico, dopo il ginnasio, non avrebbe mai potuto fare : “excusatio non petita, accusatio manifesta” (trad: “Scusa non richiesta, accusa manifesta”) .

L’Ambasciata italiana a Parigi è stata tranchant : il tenente colonnello dei carabinieri Massimo Insalata, in forza all’AISE (il servizio militare di Intelligence italiano per l’Estero), è morto per strada colto da un improvviso malore, un infarto , nella notte tra domenica 5 maggio e lunedì 6 maggio, mentre si trovava a Parigi per seguire un corso per il perfezionamento della lingua francese.

La precisazione dei diplomatici italiani in terra transalpina, è giunta a distanza di 24 ore dalla news di una decina di righe messa in rete del settimanale parigino “Le Point” sul proprio sito internet. Che dava conto di un italiano, tale Massimo I., un agente segreto, che lavorava presso la Presidenza del Consiglio a Roma, morto per strada nel 18me arrondissement , probabilmente a seguito di un malore

Tutto chiaro ?  Non proprio. Mentre diamo per scontato che le cose siano andate come hanno raccontato le fonti ufficiali italiane e la stessa famiglia della vittima, ci tocca, però, rilevare l’apparente esistenza di talune anomalie. Che , a torto o a ragione, ci spingono a porre (ed a porci) alcune domande. Vediamole.

Anzitutto, partiamo dalla data della morte. L’Ambasciata l’ha localizzata alle presumibili ore 01,30 di lunedì 6 maggio 2019. Ma al competente Commissariato locale del 2° distretto della polizia giudiziaria parigina raccontano a mezza bocca – pur concordando con l’orario – che l’evento vada anticipato di 24 ore . Perché allora (nel caso) concordare con i francesi questa balla ? Come anche allo stesso Commissariato, la cui polizia scientifica ha curato le opportune rilevazioni in loco, si fa notare, off the record, che oltre alle tracce di residui di vomito, vi era per terra, pure, più sangue del dovuto a seguito dell’apparente sanguinamento da una feritina al mento, autoprovocata – si è detto già a caldo – nella ipotetica caduta dopo il malore.

La seconda anomalia che emerge è la fonte che ha pubblicato in anteprima questa “notiziola di cronaca” (per i francesi): il settimanale “Le Point”. Giornale generalista, politicamente di centro liberale, da tempo in odore di essere “vicino” ai servizi francesi , di cui alla bisogna si presta patriotticamente  per diffondere le” loro soffiate”.  Il che potrebbe spiegare l’anomalo interesse per il malore di un ignoto cittadino italiano, in uno dei quartieri più turistici della capitale d’oltralpe. Insomma, nulla invece che giustificasse l’interesse di un settimanale parigino. Tranne che in tasca all’anonimo italiano ritrovato morto c’era un biglietto da visita che lo identificava come un qualunque funzionario della Presidenza del Consiglio italiano. Insomma . non c’era scritto professione agente segreto. Chi e perché, allora, ha spiegato a “Le Point” che si trattava di un agente segreto italiano ?

La terza anomalia , emerge dalla perquisizione che la polizia parigina  ha effettuato nel mini appartamento che Massimo Insalata occupava (dal suo arrivo venerdì 3 maggio) nel residence “Aparthotel Adagio Paris Monmartre”, al 10 di place Charles Dullin, una stradina senza uscita a pochi passi da dove l’italiano era stato ritrovato. I poliziotti del 2° distretto hanno trovato nella (“insicura”) cassaforte alberghiera della camera : una chiave di sicurezza crittografata, una busta gialla con 85 banconote da 20 euro ( 1.700 euro in contanti), una cartelletta di documenti e foto, una chiavetta USB cifrata, una scheda SD (quelle che si usano ad esempio sulle macchine fotografiche), e un adattatore per la stessa. Non risulta però che nella camera ci fosse una fotocamera che spiegasse la presenza della schedina digitale (Ventiquattrore dopo, però, sul verbale ufficiale della perquisizione non vi era traccia né della chiave di sicurezza crittografata né della cartella di documenti). In ogni caso, un insieme di cose che non si portano dietro per partecipare ad un banale corso di perfezionamento in una lingua , e che per la verità non si tiene neanche in una cassafortina d’albergo che un qualsiasi concierge può aprirla quando e come vuole.

Quarta anomalia :  la frettolosa precisazione dell’ambasciata italiana secondo cui la morte sarebbe da attribuire a un infarto. Annuncio dato quando ancora, materialmente, non si poteva conoscere i risultati dell’autopsia disposta dalla magistratura francese. Improbabile anche la giustificazione data dalla stessa ambasciata sulle ragioni della presenza di Massimo Insalata a Parigi. “Stava seguendo un corso di perfezionamento nella lingua francese” hanno spiegato. Davvero? Ma il Ministero della Difesa ha ancora degli eccellenti istituti di formazione linguistica, la famosa “Scuola lingue estere dell’Esercito”, che ha una sede a Perugia ed una a Roma, che per di più mantiene dei corsi specifici per il francese sia a Rouen che a Bordeaux, ma non a Parigi. Per non parlare della dichiarazioni del fratello della vittima , Paolo Insalata, che ha ringraziato il Governo per aver messo disposizione della famiglia già lunedì 6 Maggio  un volo executive che li ha accompagnati in mattinata a Parigi.

Insomma, tra omissioni e precisazioni frettolose, incongruenze e i soliti messaggi criptici buttati qua e là a uso e consumo degli iniziati, il brogliaccio per una spy story c’è tutto. Compreso il fatto, non da trascurare, che i maggiori quotidiani italiani per le prime 48 ore hanno quasi completamente ignorato la morte del tenente colonnello Massimo Insalata. Ma, come recita il motto dei servizi militari francesi per l’estero, forse anche noi dovremmo pensare che “Ad augusta per angusta” (ndr. per raggiungere gli obiettivi desiderati occorre passare attraverso vie strette e difficoltose).

Sorge spontanea la domanda : ma che ci faceva il colonnello Insalata a Parigi ?

Partiamo , anzitutto, dal soddisfare la domanda su chi era Massimo Insalata? Un tenente colonnello dei Carabinieri in servizio all’Aise, il servizio segreto militare italiano per l’estero e, a quanto parrebbe, “applicato” al DIS presso Palazzo Chigi. Con quali compiti ovviamente non è dato sapere. Cinquant’anni, sposato con tre figlie, originario di Alessano nel Salento ma residente a Fiuggi in provincia di Frosinone. Appena poteva, però, tornava nel suo amato Salento per dei week-end di relax, in particolare tra Lecce, Alessano e Santa Maria di Capo Leuca. La sua storia da carabiniere era iniziata nel 4° reggimento Carabinieri a cavallo di Tor di Quinto, a Roma, poi , via via aveva intrapreso la carriera gerarchica sino a diventare tenente colonnello e la decisione di transitare  all’AISE, che in ultimo lo aveva applicato alle dirette dipendenze della Presidenza del Consiglio.

Ovviamente, non trapela nulla della vera ragione della sua presenza a Parigi. Anche se è noto che la capitale francese è il tradizionale crocevia del riconosciuto incrocio dell’interscambio di rapporti ed informazioni sul Medio Oriente ed Africa, quindi anche di molti interessi comuni di francesi e italiani, anche se non necessariamente convergenti. Per capirci , spiegano i pochi boatos in circolazione, dalla Libia al Niger.

La notizia della morte del Colonnello è rimbalzata nella terra natia di Puglia quasi immediatamente, visto che qui vive ancora la sua famiglia d’origine : gli anziani genitori, un fratello e una sorella.  A parlare a nome della famiglia dell’agente segreto è stato il fratello, Paolo Insalata. Che mettendo le mani avanti dice subito che per loro la morte del fratello non è avvolta in alcun mistero. Nonostante convenga che si tratti di « una morte inspiegabile perché gli ultimi controlli cardiologici erano andati bene, si era pure sottoposto a una prova di sforzo ma al momento non crediamo ad alcun complotto». La famiglia benché addolorata, insiste comunque che non ci possa essere alcun giallo dietro il decesso. «Nessun lago di sangue vicino al corpo e nessuna profonda ferita, solo un piccolo taglietto al mento – conferma il fratello, ufficiale dei carabinieri oggi in congedo – tutto porta a pensare che si sia trattato di un improvviso malore.

Lunedì 6 maggio con un volo di stato messo a disposizione da Palazzo Chigi sono state la moglie Cristiana e le tre figlie a trasferirsi a Parigi per procedere al riconoscimento del cadavere. La salma è rientrata in Italia giovedì 9 maggio per consentire i funerali fissati per venerdì 10 maggio , a Fiuggi. «Pensiamo anche a una messa di suffragio a Lecce il 16 maggio – ha aggiunto il fratello – e ci teniamo a sottolineare la grande vicinanza di Palazzo Chigi e del Ministero degli Esteri dimostrata in questo momento. Loro  si sono fatti carico di ogni incombenza legata alle procedure di rimpatrio della salma di Massimo “.

La notizia della morte di Massimo Insalata è giunta a poche ore dall’inaugurazione romana della «sede unitaria del Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica», celebrata da Mattarella e Conte,  già ribattezzata “ la Langley italiana” , posizionata a piazza Dante, all’Esquilino. Dove si concentreranno il Dis (la struttura di Coordinamento politico e governativo dell’Intelligence italiana) ed i due servizi operativi : “per l’interno”( AISI) e  “per l’estero” (AISE). Quest’ultimo, ciò che rimane del glorioso SISMI dell’Ammiraglio Fulvio Martini, il più prestigioso “spione e gentiluomo” del mondo, che aveva portato “il peso” dell’Intelligence militare italiana ai vertici della capacità politica di influenzare gli equilibri di potere nel Mediterraneo ed in parte del Medio Oriente” (Tunisia, Libia, Egitto, Libano, Algeria, Iraq, movimenti Palestinesi e Curdi, e sin’anco la Turchia,). «La nostra intelligence è e rimarrà presidio di democrazia, espressione di cultura democratica e a buon diritto può anche rivendicare di porsi come modello di efficienza», sono state le parole sibilline di Conte al taglio del nastro dei 60mila metri quadri che ospiteranno 8mila sistemi iper-tecnologici, 2mila chilometri di cavi e un migliaio di agenti. Dando così attuazione concreta al progetto nato nel  2009 per realizzare un’unica sede di tutta l’Intelligence italiana. Dieci anni dopo il maxi-palazzo apre le porte.

Una inaugurazione , purtroppo , il cui legittimo stato di euforia, è stato funestato dal caso di un agente italiano morto, apparentemente in viaggio-studio a Parigi, ma che, comunque,  apre un nuovo giallo politico internazionale che pone tante domande e ,forse, ancora tutto da chiarire.

2 pensieri riguardo “E’ morto un agente segreto italiano a Parigi. La notizia di uno 007 infartuato per le strade della ville lumiere è stata data come una super-breve di pochi secondi in una di quelle edizioni veloci di un TG Nazionale privato (e poi da Huffingtonpost). Ma da quando in qua un fatto relativo all’attività corrente di un ”servizio segreto” è oggetto di cronaca in un notiziario veloce della Tv ? Così, rimane “pendente” un inedito caso di “cronaca di Intelligence” zeppo di anomalie, dichiarazioni contraddittorie, omissioni, gaffes ed illogicità. Prorompono perciò tre domande : come è morto l’uomo ? è lecito chiedersi che ci faceva a Parigi ? e perché i servizi francesi hanno fatto di tutto perché la notizia della morte di un agente di un servizio loro alleato dovesse divenire di pubblico dominio ?

  • Maggio 17, 2019 in 2:11 pm
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    L’articolo apparso su Le Point chi lo ha scritto?

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  • Gennaio 2, 2020 in 10:22 pm
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