Pino Arlacchi ex vice segretario dell’Onu, rivela che la settimana di blackout subita dal Venezuela è un episodio di guerra informatica chiamata “Nitro Zeus”.
Il blackout elettrico che ha colpito il Venezuela per quattro giorni (ndr. costato decine di morti di bambini ed anziani negli ospedali) può rappresentare una speranza per i nemici del governo in carica, ma è stata di sicuro una calamità per l’intera sua popolazione.
Una modalità di attacco cyber-informatico che non è una sorpresa per chiunque mastichi un po’ di cyber-sicurezza. Tutti gli esperti del ramo, al di là del loro orientamento politico, dietro il blocco delle rete elettrica del Venezuela hanno, subito,riconosciuto la firma inconfondibile del “Nitro Zeus”. Il nome in codice di un progetto per un piano di attacco cyber contro l’ Iran volto a paralizzare i suoi sistemi di difesa aerea e telecomunicazione, assieme a gran parte della sua rete elettrica.
Un piano tarato a larga scala. La cui nascita risale ai primi tempi dell’ amministrazione Obama. Nitro Zeus fu concepito dal Pentagono e dalle agenzie USA di intelligence per essere applicato nel caso in cui fosse fallito il negoziato che ha poi portato all’ accordo nucleare con l’Iran del 2015. E’ stato poi rimesso negli scaffali, e ripreso in mano e aggiornato adesso per utilizzarlo contro il Venezuela.
Il sabotaggio della rete elettrica venezuelana è il secondo atto (il primo è stato il fallito tentativo di consegna di aiuto umanitario al confine con la Colombia, che avrebbe dovuto far scattare l’ insediamento di Guaidò) della soluzione del problema che assilla Trump e l’ establisment finanziario internazionale, bramoso di impossessarsi direttamente delle risorse del Venezuela : “come rimuovere Maduro senza ricorrere all’intervento armato”. Che peraltro è un titolo del Financial Times del 4 marzo 2019, accompagnato dal relativo editoriale.
*Vicesegretario Generale delle Nazioni Unite e direttore del Programma antidroga dell’ONU dal 1997 al 2002. Post Facebook del 12/03/2019