Una buona Notizia. Dal fallimento alla rinascita. Una coppia di lavoratori di Bergamo ha comprato l’azienda “3B Meccanica” in stato di liquidazione dove avevano lavorato ed ha riassunto gli ex colleghi disoccupati.

La decisione di Ferruccio Bonacina e la moglie Claudia Zini, dopo il fallimento della 3B Meccanica. La storia, almeno inizialmente, è una di quelle che già si conoscono e che nella maggior parte dei casi non hanno un lieto fine. Ma non è certo questo il caso. Nel 2017, a Bergamo, l’azienda 3B Meccanica srl è fallita e i dipendenti hanno rischiato di perdere il proprio posto di lavoro dopo tanti anni di servizio. Ma una mattina l’intuizione: “Visto che non si trovano acquirenti, perché non ce la prendiamo tu e io”. Detto, fatto. Ferruccio Bonacina, 42 anni, e la moglie Claudia Zini, 41 anni, hanno deciso di prelevare la ditta e risollevare le sorti della fabbrica e degli altri dipendenti.

Il primo gesto di marito e moglie diventati imprenditori per necessità,  è stata la reintegra nel posto di lavoro dei  colleghi di fabbrica ancora disoccupati. In tutto 13 su 22, ossia tutti quelli che non erano riusciti per ragioni di età o contributive ad essere ammessi in prepensionamento. Poi, dal luglio 2018, superata la fase di curatela, ecco la ripresa piena, tuttora in atto, della produzione.

Oltre alla ripresa totale della fabbrica sono arrivate addirittura cinque nuove assunzioni tra operai e impiegati per l’amministrazione dell’azienda. Il fatto è che l’azienda “tira”. Onora la sua porzione di mercato e fa utili.

“All’inizio sono rimasto spaesato, non sapevo se ce l’avremmo fatta, era una cosa più grande di noi, poi l’entusiasmo di mia moglie mi ha contagiato e ci siamo buttati, pur senza un soldo da parte con lo stipendio che avevo da operaio”.

Ferruccio si occupa del settore della produzione e dell’officina, mentre la moglie Claudia è passata dalle faccende domestiche alla gestione del personale. Grazie alla fiducia dei clienti, sia quelli storici che i nuovi, il loro sguardo è proiettato all’ampliamento della loro attività per poter assumere nuovo personale. La coppia parla del rapporto che si è sviluppato tra i lavoratori della fabbrica.  “Tra colleghi si è instaurato un rapporto alla pari, tutti siamo solidali e condividiamo l’entusiasmo per questa avventura. Ma non chiamateci eroi: abbiamo solo fatto ciò che ci sentivamo per noi, per i nostri figli e per i colleghi”. Una volta si sarebbe detto  “abbiamo voluto prendere in mano il nostro destino”. Mah! Uno strano comportamento: non moderno, per come nega lo spirito dell’impresa privata, e poi così, poco americano e televisivo. Cose che capitano !

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