Uccisione del carabiniere Mario Cerciello Rega , di anni 35 . L’assassino, un giovane yankee ospite di un grande albergo a Roma, pagherà mai per questa sua colpa ? I casi precedenti di cronaca nera (dalla strage del Cermis ad Amanda Knox) che ha visto per protagonisti cittadini USA non sono incoraggianti. Tutta la classe politica italiana, sovranisti e non, di maggioranza o di opposizione, dopo che si è saputo che gli assassini non erano dei poveracci nord-africani ma due americani con tanto di passaporto dell’Impero (“ricordate “civis romanus sum”) tacciono. Come mai?E come finirà?

Sono sopraffatto dalla nausea. Dal disgusto. Dalla vergogna di essere italiano. Perciò devo scrivere. Non posso tacere. Lo faccio contro il parere del mio proverbiale sesto senso e quello dei miei soliti consiglieri. Perché stamattina ho letto i grandi giornali nazionali per meglio informarmi e capire questo incredibile caso di cronaca nera italiana, che si è concluso  con l’uccisione del vicebrigadiere dell’Arma dei Carabinieri : Mario Cerciello Rega . Un uomo di 35 anni , colpito con otto coltellate, al centro di Roma  non da uno spacciatore del Nord-Africa (come si era detto nei primi convulsi momenti)  ma da un giovane cittadino degli USA, domiciliato in un grande albergo e strafatto di cocaina.

L’Informazione italiana di oggi (al pari delle omologhe indecenti classi politiche e della fallimentare magistratura italiana) è la “cartina al tornasole”, del livello di scomposizione degradante raggiunto dall’Italia e dalla sua forma statuale. Oltre a ricostruzioni lacunose dei fatti (palesemente piene di omissioni), già si avvertono i prodromi della domanda retorica, che prima, o poi, salterà fuori : si possono colpevolizzare e giudicare penalmente due soggetti giovani strafatti di droga e pure ubriachi , quindi giuridicamente incapaci di intendere e volere ?  Lo fanno già capire tra le righe i redattori della stesse grandi testate di Informazione italiana che alle prime battute di cronaca aveva cavalcato l’indignazione generale sui due probabili spacciatori e ladri assassini di etnia nord-africana.

Stamattina , ossia all’indomani (con la confessione di un presunto assassino di etnia  yankee), dell’indignazione generale si sono perse le tracce. Continuano le articolesse ed i servizi TV sulla retorica del bravo ragazzo assassinato, ma non si legge più una sola dichiarazione politica di richiesta di lavori forzati, di gettare le chiavi della cella. Immaginiamo i nostri leaders politici, di maggioranza e di opposizione che si guardano sperduti con i loro comunicatori e riflettono : “Minchia, ma allora gli assassini su Americani !!! E ora che cazzo diciamo?” Tacciono i sovranisti Salvini e Meloni. Tace Di Maio e pure Zingaretti. Tacciono le istituzioni. Li accomuna e li assolve tutti,  l’alibi per cui sull’assassinio si erano già tutti espressi.

Stessa cosa deve essere successo nelle gerarchie dei Carabinieri e della Polizia : una somma di sguardi spersi , l’esplosione di una amarezza morale da poter combattere solo con il maalox, ed una sequela di sguardi colmi di mute imprecazioni veicolate da occhi tristi ed impotenti (perché oggi si può solo tacere, perché anche le mura hanno orecchie in Italia).

E’ presumibile – dal taglio degli articoli sull’evoluzione del caso di cronaca – che il potere USA si sia già mossa. Abbia già dettato la linea di comportamento per tutti i sudditi italiani, veicolando con le modalità più opportune la chiara sostanza del messaggio : “giù le mani dai nostri ragazzi ! “

Diciamo subito che non lo avranno fatto per male – per carità- ma per un banale ed ordinario riflesso condizionato. Originato dalla legittima consapevolezza di dover adempiere sia al loro lavoro che alle proprie responsabilità di dover difendere – sempre ed in ogni caso – le prerogative proprie dell’Impero (e dell’appartenenza alla sua “etnia di passaporto”, vigente come ai tempi dell’antica Roma : “civis romanus sum”). Peraltro “codificate” da un trattato di pace (Parigi  febbraio 1947) pieno di omissis (nel 70% dei suoi allegati esplicativi) , che il Parlamento italiano votò come si suol dire in fiducia, “a scatola chiusa”. Per rispettare le intese internazionali , seguite ad una eclatante sconfitta militare. Un trattato che statuiva, di fatto, la trasformazione del nostro belpaese in un possedimento coloniale anglo-americano.

Condizione coloniale, che in realtà fu in  gran parte subdolamente aggirata e superata da una grande classe dirigente (politica e non) italiana regnante dal 1948 al 1990. Che per pagare questa colpa imperdonabile , venne estirpata dagli anglo-americani con lo tsunami politico del triennio 1991-1994, senza dover affrontare alcuna soverchia resistenza nazionale. Si arresero tutti. Furono sbaraccati i partiti democratici. Fu sbaraccato e svenduto per niente l’IRI, il più grande conglomerato finanziario ed industriale d’Europa. Si posero le condizioni per ridimensionare il resto della grande Industria privata e pubblica, come anche del nostro potente e florido sistema bancario/finanziario. Si accettò volontariamente , anche legislativamente, il regime neoliberista.

Se pensate che con questa analisi sto esagerando in antiamericanismo, leggete pagina 14 de “La Repubblica” di oggi. I poliziotti svedesi si sono permessi di arrestare il cantante rapper afroamericano Asap Rocky , perchè aveva pestato a sangue un poveraccio svedese. Scrive il giornale,   Donald Trump non l’ha presa bene, ed è partito il twitter : “ La Svezia ha deluso me e l’intera comunità afroamericana. Il premier Stefan Lofven è incapace di agire. Asap Rocky va liberato”. Versione adattata da 140 parole, del concetto : ” giù le mani dai nostri ragazzi. Li possiamo trattare e giudicare solo noi”.

Trump si è infuriato ancor di più per la risposta provocatoria (secondo lui) dei giudici svedesi : “Qui sono tutti uguali davanti alla legge. Avrà pensato che pretese hanno questi farabutti di svedesi ! Qualcuno, altro, nelle “gerarchie del deep state” USA, avrà pensato che gli svedesi non hanno imparato nulla dalla storia dell’assassinio impunito di Olaf Palme (il leader socialista internazionale e primo ministro svedese, noto per gli eccessi del suo antiamericanismo durante la guerra in Vietnam).

Ma in Italia cosa accade e come ci si comporta in questi casi ? Si potrebbero elencare decine e decine di casi. Di casi di orribile cronaca nera, che hanno visto protagonisti tantissimi militari USA di stanza nelle 66 basi militari Nato esistenti in Italia, rimasti tutti impuniti. Tra tutti, estrapoliamo solo a mò di macro, ed indiscutibile , esempio “la strage del Cermis” del 3 febbraio 1998. Un aero militare USA  (di stanza alla base Nato di Aviano in Friuli Venezia Giulia)  guidato da due bravi ragazzi yankee, magari un po’ allegrotti (ma che volete che sia!), per adempiere ad una scommessa contratta con l’equipaggio di un altro aereo da caccia USA, si davano ad una evoluzione a bassissima quota proibita e non consentita, con il risultato di tranciare, fatalmente, con un alettone, il cavo della funivia del Cermis, provocando così la morte di 19 turisti e di un operatore tecnico. L’accaduto si è verificato, regnante il primo governo Prodi, e l’increscioso caso fu chiuso poi dal successivo (in ottobre) Governo D’Alema. I due giovanotti non furono mai giudicati dalla magistratura italiana, a cui furono sottratti speditamente in forza della “Convenzione Nato di Londra del 1951” che garantisce l’immunità civile e penale a tutti i militari USA operanti all’estero. In ogni caso se cercate di saperne di più sul fatto cercate su Google la definizione “l’incidente del Cermis” (la parola strage per gli yankee è sempre stata per loro una esagerazione dei giornalisti italiani dell’epoca) , perché così la ha derubricato Wikipedia la bibbia mondiale della memoria storica  on Web. Inutile aggiungere, che i due giovanotti yankee sono stati giudicati penalmente  in patria da un tribunale USA e da una serena giuria di americani. Perciò, sono stati assolti con formula piena pure dalla blanda accusa di omicidio colposo plurimo. Però, poi, condannati in via amministrativa al “congedo coatto dall’US ARMY”, per avere intralciato le indagini e per aver tenuto una condotta inappropriata per due ufficiali dell’US Army.

Voi direte, ma la Convenzione Nato firmata dall’Italia glielo ha consentito. Cosa diversa è se invece un giovane cittadino USA senza divisa militare accoltella un carabiniere.

Vediamo un po’ un caso arcinoto ed emblematico : il caso della studentessa americana Amanda Knox . Condannata in primo grado da un tribunale italiano per l’uccisione di una sua amica inglese a Perugia. Probabilmente l’Ambasciata si era distratta o si era attivata con colpevole ritardo. Sta di fatto che la condanna di Amanda in primo grado provocò un “terremoto politico-mediatico” negli USA. Interrogazioni al Congresso, il Governatore del suo stato d’origine che minacciava di venire lui di persona a prendere a calci i giudici italiani, i network televisivi che grondavano di lacrime per l’ingiusta condanna ammannita ad una giovane e bella ragazza yankee da quegli ingrati di italiani, che  alla fin fine sono sempre gli eredi del fascista Mussolini.

Siccome l’irritazione negli USA stava diventando incontenibile, immediatamente, metà della stampa italiana si ritrovò , dal giorno alla notte, ferreamente innocentista a favore di Amanda Knox. Rai 1 amplificò questa legittima posizione garantista.

Al momento della celebrazione del processo di Appello, si ricorda ancora il filmato messo in onda dalla TV italiana dei giudici che entravano nella sede giudiziaria , dovendo attraversare le forche caudine delle telecamere di tutti i network televisivi USA, schierate a destra e a sinistra a mò di corridoio, in un pullulare di avvocati, consulenti ed agenti USA. Così, la Corte, con grande serenità e coraggio, dando prova di autonomia ed imparzialità, stracciò la sentenza di primo grado e statuì l’innocenza della Knox, che tornò libera e negli USA , come una eroina strappata all’inciviltà dei prepotenti e bugiardi “fascisti” italiani.

Qualcuno dirà che, in ogni caso, le sentenze della magistratura italiana negli ultimi dieci anni, in aumento di percentuale, sono sempre più spesso “a sorpresa” e “stupefacenti”. Senza mai guardare a nazionalità, etnia né genere. Mi viene di ribattere che l’importante è che rispondano come sempre a principi certi di diritto. Infatti !

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PS: come avevamo previsto domenica 28 luglio un Comunicato stampa dell’Ambasciata USA in Italia e dei servizi di assistenza per i cittadini americani all’estero del Dipartimento di Stato, ha informato che  ai due cittadini USA fermati per l’omicidio del carabiniere è stato già garantita l’adeguata assistenza legale ed ogni altro tipo di consulenza e supporto, in prosieguo, si riterrà opportuno. Nel frattempo, la stampa americana sta mettendo in guardia il Governo dall’evitare si consumi in Italia un altra ingiustizia giudiziaria come quella in cui era precipitata l’innocente Amanda Knox. Tutti i media USA, più il Governo e la stessa famiglia dell’assassino, sottolineano che ancora non sono in possesso di una versione veritiera ed indipendente sull’accaduto, in presenza dell’unica versione ufficiale, fornita dalla sola polizia (inattendibile ? pare si legga tra le righe) italiana. Nel mentre un ignoto carabiniere (per carità non lo avrà fatto spinto nessuno !) ha diffuso una foto dell’assassino reo confesso , ammanettato e bendato, negli uffici dei CC . Notizia che in Italia (ma non in USA) ha provocato ampio e sincero sdegno, dando la stura a  dichiarazioni politiche e qualificate di condanna dell’atto, che la difesa degli assassini utilizzerà a piene mani. Siamo dunque dei chiaroveggenti ? Certamente no! Più che altro coltiviamo qualche studio geopolitico e di storia del Diritto internazionale (il trattato di pace del 1947) , cercando di usufruire della memoria delle cose già accadute. A tal proposito, vi proponiamo, un modesto ricordo .

Di quale politico italiano di oggi ci si può aspettare un commento come quello che il presidente Reagan fece su Bettino Craxi (allora Presidente del Consiglio) ? . Reagan raccontò dopo alcuni anni della sua decadenza dalla Casa Bianca , che dai tempi della crisi di Sigonella si era convinto che  : “quell’uomo è capace di tutto”. E aggiunse, per sopravanzo, che in uno degli ultimi incontri con Craxi , il socialista gli aveva chiesto, abbassando il tono della voce, una cortesia personale : che gli USA si sbarazzassero una volta per tutte del Dittatore cileno (questo si sanguinario) Augusto Pinochet, altrimenti sarebbe stato costretto lui ed altri suoi sodali socialisti europei a provvedere, informalmente, alla soppressione fisica di questo macellaio  fascista. Reagan ne rimase impressionato rassicurò Craxi e si fece promotore dell’accelerazione del processo di ritorno alla democrazia in Cile, forzando sull’abbandono di Pinochet e raccomandando in tal senso a Bush senior (che gli subentrò nel 1989) di completare il disegno di democratizzazione del Cile tenendo anche  conto del fattore Craxi.

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